Medico sanvitese guida a Stoccolma gli "007" contro il coronavirus

Martedì 11 Febbraio 2020 di Emanuele Minca
Il medico sanvitese Sergio Brusin
PORDENONE «Segnali di pandemia per il coronavirus: la situazione è seria e non deve coglierci impreparati». Lo ha spiegato Sergio Brusin, capo della sezione di intelligence epidemica del Centro Europeo di prevenzione e controllo delle malattie a Stoccolma. Brusin, originario di San Vito al Tagliamento, da dieci anni ha a che fare con i virus più mortali e terrificanti come Sars, Ebola e Zika. Lavora in una task force con i migliori esperti per limitare il diffondersi di queste malattie in Europa e oggi è impegnato per monitorare l’evolversi del coronavirus. L’esperto opera dal quartier generale di Solna (contea di Stoccolma) dell’European Centre for Disease Prevention and Control, l’agenzia indipendente dell’Unione europea che lavora a stretto contatto con l’Organizzazione mondiale della sanità con lo scopo di rafforzare le difese dei Paesi membri dell’Unione nei confronti delle malattie infettive.
LA DIFFUSIONE
Brusin conferma che «il coronavirus continua a registrare una diffusione enorme di casi in Cina: una situazione mai vista per altre malattie e si registrano esportazioni del virus nei Paesi limitrofi e anche in Europa, in particolare in Francia, Germania e Regno Unito, dove si iniziano a riscontrare non solo casi importati ma anche locali. Una situazione che teniamo d’occhio perché il coronavirus è potenzialmente una malattia che ha i segnali di una pandemia e sono possibili nuovi casi in Europa». Al momento sono stati registrati più di 40 mila casi di persone contagiate nel mondo: la maggior parte si trovano in Cina, mentre 300 in giro per il mondo, di cui 36 in Europa. In Italia si registrano a oggi 3 casi, importati. A oggi una cura per il coronavirus non c’è e l’unica modalità di prevenzione è infatti l’identificazione e l’isolamento dei casi sospetti. Le mascherine servono a qualcosa? Non c’è una evidenza scientifica che ne dimostri l’efficacia: solo nel caso che la persona presenti i sintomi, servono a limitarne la diffusione». E sulla cura: «Sono in fase di sperimentazione alcuni farmaci, ma se siano efficaci o meno, ancora non lo sappiamo». Sulla gravità conferma: «Non sappiamo ancora molto della malattia. Il coronavirus sembra clinicamente meno importante della Sars e uccide molto meno: attorno al 2% delle persone ricoverate in ospedale con tale malattia sono poi decedute. Ma c’è un’incidenza maggiore, fino al 20%, di coloro che hanno il coronavirus che vengono colpiti da polmonite grave». Il periodo di diffusione non è cambiato e va da 2 a 14 giorni. «Speriamo con studi nel prossimo futuro di avere risposte più dettagliate. Sappiamo però che un soggetto con coronavirus può infettare da 2 a 3 persone e dunque si può ipotizzare che la malattia non abbia ancora raggiunto il picco: si espanderà dunque parecchio, prima di diminuire».
IN ITALIA
Tra i casi importati in Italia, c’è quello della famiglia di Taiwan contagiata dal coronavirus, atterrata a Malpensa il 21 gennaio, che si è poi diretta in treno a Venezia per due notti. C’è molta preoccupazione tra residenti e turisti di passaggio in quei giorni. «Per quanto ne sappiamo - spiega ancora Brusin - nel periodo di incubazione, se non ci sono sintomi evidenti, la trasmissione da persona a persona, non è molto efficace. Sappiamo comunque che il ministero della Sanità italiano sta facendo tutto quanto possibile per tracciare i contatti avvenuti». Nel frattempo l’Italia ha adottato un pacchetto di misure per contrastare la diffusione del virus, che ha visto peraltro intervenire la Cina chiedendo al nostro Pese di essere “obiettivo” e di non adottare “misure eccessive”. Ma qual è l’effettiva portata di diffusione del coronavirus? L’esperto non nasconde: «Ancora non lo sappiamo con precisione. Dobbiamo aspettare ancora 2 o 3 settimane per avere una risposta e cioè quando si saprà se le misure adottate dalla Cina per bloccare l’esportazione del virus saranno risultate efficaci». In caso di risposta negativa? «C’è il forte rischio che il coronavirus si espanda ulteriormente su scala mondiale».
Ultimo aggiornamento: 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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