Coronavirus, il 17enne a Wuhan: «Lasciato qui due volte, non ce la faccio più»

Lunedì 10 Febbraio 2020 di Giuseppe Scarpa
Coronavirus, il 17enne a Wuhan: «Lasciato qui due volte, non ce la faccio più»
2

«Sono triste, è la seconda volta che non parto». Lo ha confidato, sconsolato, lo studente 17enne rimasto in Cina a uno degli otto connazionali che sabato si sono imbarcati nell'aereo della Royal Air Force decollato dall'aeroporto di Wuhan, città epicentro del coronavirus. Il ragazzo friulano, come era accaduto anche domenica 2 febbraio, è rimasto a terra. Il motivo è stato lo stesso, poche linee di febbre gli hanno impedito di imbarcarsi. Le autorità cinesi non lo hanno fatto uscire dall'area partenze dello scalo.

Due stop in pochi giorni sono abbastanza per abbattere il morale di un ragazzo, ancora minorenne, che pur con la costante assistenza di medici e personale dell'ambasciata vive blindato in una città fantasma, schiacciata dall'epidemia di coronavirus, in attesa di poter tornare a riabbracciare familiari e amici e riprendere una vita normale in Italia.

LEGGI ANCHE --> Virus, controlli sui voli nazionali: misurare la febbre a tutti i passeggeri. Aerei per la Cina, verso l’ok

Tuttavia, poche ore dopo la grande delusione, è arrivata la buona notizia. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in una conferenza stampa, ha spiegato che «nessuno deve rimanere indietro». E già oggi non si esclude che lo stesso Boeing 767 kc dell'aviazione italiana affronti, per la seconda volta in meno di dieci giorni, la rotta verso Wuhan. Si tratta di un aereo dalla stazza imponente. Ma un Falcon, un velivolo più piccolo, non può fornire le stesse garanzie. Il Boeing 767, infatti, è l'unico che ha l'assetto adatto per prelevare persone da un'area, come la provincia dell'Hubei, travolta dal coronavirus.

IL 767 kc, infatti, è già configurato per questo tipo di trasporto: diviso in tre aeree, verde, gialla e rossa. In quest'ultima verrà ospitato il 17enne. Si trova nella coda all'aereo ed è dotata di un sistema di areazione autonomo, per evitare contaminazioni con il resto dell'equipaggio. Il personale sanitario è invece collocato alle spalle della cabina di pilotaggio. La zona verde. Mentre la parte centrale, la gialla, è dedicata alla vestizione e decontaminazione di medici e infermieri che dovranno prendersi cura del ragazzo. Lo studente friulano, nonostante la febbre, è sempre risultato negativo ai test sul coronavirus. Tuttavia è necessario, come impongono i protocolli internazionali adottare i più elevati standard di sicurezza. Un dispositivo già perfettamente collaudato da parte delle forze armate come ha sottolineato ieri in un tweet il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: «Proseguono i rimpatri dei nostri connazionali da Wuhan in seguito all'emergenza Coronavirus e continua l'impegno di donne e uomini di Esercito e Italian Air Force». Una volta in Italia, lo studente 17enne dovrà avere ancora un po' di pazienza. Come tutti i connazionali rientrati da Wuhan, lo aspetta un periodo di quarantena di 14 giorni.
 

Ultimo aggiornamento: 09:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci