Comuni polesani non segnalano evasori a Guardia di Finanza e Fisco

Lunedì 10 Febbraio 2020 di Francesco Campi
La Guardia di Finanza attende aiuto dai Comuni
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ROVIGO - La battaglia contro l’evasione fiscale vede i Comuni polesani ancora fermi al palo. Eccezion fatta per Lendinara, che anche a questo giro riesce ad intascare qualcosa e a confermarsi in ogni caso la realtà più virtuosa della provincia su questo fronte. Si tratta di 621 euro, magra fettina di una torta da 11,4 milioni.
È l’opportunità offerta da un protocollo che prevede che se l’amministrazione comunale invia telematicamente all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza informazioni utili su indizi di evasione, come strane compravendite o residenze fittizie all’estero o ancora, contribuenti che possiedono una quantità di beni economicamente rilevanti non coerenti con i redditi dichiarati, riceve in cambio, per le “segnalazioni qualificate” all’accertamento, fino al 100% delle imposte recuperate e delle eventuali sanzioni. E c’è chi, come il Comune bolognese di San Giovanni in Persiceto, si è fatto d’oro, incassando oltre un milione e mezzo di euro.

CIFRE RIDOTTE
Va detto che in generale, i numeri sono abbastanza esigui per tutto il Veneto. La provincia di Belluno non compare, quella di Padova vede tre Comuni raggranellare in tutto circa 55mila euro, quella di Treviso quattro Comuni con poco meno di 10mila euro. Quattro anche i Comuni in provincia di Venezia, che mettono insieme circa 65mila euro. Cifre più consistenti nel Veronese, con quasi 150mila euro raccolti da sette Comuni, ma soprattutto in provincia di Vicenza, dove i Comuni “premiati” sono 17 per un totale di circa 730mila euro, con Asiago a fare la parte del leone con 650mila euro incassati. Va detto, tuttavia, che in generale l’attività complessiva si è ridotta, perché nel 2018 erano stati erogati 13,2 milioni di euro ai Comuni che avevano partecipato all’attività di accertamento fiscale e contributivo per l’anno 2017, mentre nell’anno appena concluso, l’erogazione, relativa al 2018, è stata di 11,4 milioni. Una contrazione di quasi 2 milioni di euro, pari al 15%. Nel 2017 la somma totale, per l’attività 2016, era stata di 13,3 milioni, già registrando un calo del 21,9%, pari a 3,7 milioni di euro in meno, rispetto ai 17 milioni dell’anno precedente.

UNA TORTA CHE FA GOLA
Eppure, dal report dell’Agenzia delle Entrate del marzo 2019, risulta che nell’ambito dei tributi amministrati da quest’ultima, il recupero ordinario da attività di controllo nel 2018 ha superato i 16 miliardi di euro, con un incremento dell’11%. Questo vuol dire che l’evasione è un osso da spolpare. In Polesine, però, i Comuni non sembrano aver fiutato l’opportunità. Anche nel 2018 l’unico attivo su questo fronte era stato sempre quello di Lendinara, incassando 613 euro. Lendinara era presente anche l’anno precedente, con 896 euro, insieme a Rosolina con 300. Anche nel 2015 Lendinara si era assicurata un contributo di 991 euro, unica in Polesine, mentre nel 2014 aveva incassato 1.014 euro, in compagnia del Comune di Villadose che aveva ottenuto 1.125 euro. Gli altri, a cominciare dal capoluogo, su questo fronte non sembrano aver mosso un dito. Per il Comune di Rovigo che nonostante l’apposito patto per la partecipazione all’attività di controllo fiscale, siglato fra l’allora assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi e il direttore dell’Agenzia delle Entrate del Veneto Giovanni Achille Sanzò, il 18 settembre del 2012, ultimo fra i sette capoluoghi del Veneto, fino a oggi la casella alla voce degli incassi continua a rimanere ferma a quota zero, segno di come, nonostante i proclami, su questo fronte sia stato fatto ben poco. Eppure il boccone è doppiamente ghiotto. Soprattutto in tempi di vacche magre.
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