«La sola paura del contagio costa al Veneto 3 miliardi»

Domenica 9 Febbraio 2020 di Mauro Favaro
«La sola paura del contagio costa al Veneto 3 miliardi»

 Tre miliardi di euro in meno in un solo anno, un milione di turisti cinesi destinati a sparire, più un calo ulteriore di due milioni di visitatori stranieri che per paura del contagio potrebbero scegliere di non muoversi da casa. È quanto costerà l'emergenza del nuovo coronavirus cinese al settore del turismo del Veneto, il più grande d'Italia.

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I primi effetti si vedranno già nell'imminente carnevale di Venezia, che verrà aperto ufficialmente domenica prossima con il volo dell'Angelo in piazza San Marco. Negli ultimi tempi proprio il turismo con gli occhi a mandorla era cresciuto in modo esponenziale a queste latitudini: percentuali di incremento in doppia cifra. In un anno tra Venezia e Verona, le città d'arte, i parchi, le colline e le Dolomiti arrivavano complessivamente più di un milione di cinesi. Adesso si rischia il tracollo. La fetta di turisti cinesi è data già per persa. E la paura del contagio da coronavirus indurrà altri due milioni di visitatori a non mettersi in viaggio verso il Nordest.
 
L'IMPATTO
A conti fatti, quest'anno si potrebbe arrivare a perdere complessivamente 3 milioni di turisti tra i 70 milioni che ogni anno visitano il Veneto. Una diminuzione di quasi il 5%. La stima è stata confermata ieri direttamente da Federico Caner, assessore regionale al Turismo, nel corso della giornata di studio organizzata dalla Cgia di Mestre nel Castello di Roncade, provincia di Treviso. «Per quanto riguarda il turismo cinese si stima che quest'anno in Veneto ci saranno un milione di presenze in meno. A queste, si aggiungeranno altre mancate presenze legate a persone che rinunciano a viaggiare per la paura del nuovo coronavirus spiega l'assessore alla fine possiamo complessivamente stimare tre milioni di presenze in meno. Possono sembrare tante, ma come tutte le stime vanno verificate. E soprattutto, ricordo che il Veneto conta 70 milioni di presenze all'anno e che il nostro mercato di riferimento resta quello europeo». «In questo momento sono preventivabili tre miliardi di euro di decrescita per il Veneto fa il punto Caner ma sono convinto che nei prossimi mesi, non appena rientrerà l'allarme, andremo a recuperare velocemente tutto il terreno perduto». Intanto la chiusura di alcune delle più importanti fiere internazionali del turismo proprio per l'allerta coronavirus non aiuta di certo: «Nell'azione di promozione contava molto la presenza fisica della Regione all'interno delle fiere». Adesso la prima preoccupazione è per il carnevale di Venezia.

IN DISCESA
«I numeri saranno sicuramente più bassi rispetto ai carnevali degli anni scorsi allarga le braccia l'assessore regionale il Veneto in Italia paga questa situazione più degli altri semplicemente perché è la prima regione turistica del Paese.

E Venezia, in particolare, da un lato paga la situazione del coronavirus e dall'altro continua a pagare quella dell'aqua granda dell'anno scorso, che ha ancora riverberi a livello internazionale. Purtroppo in alcune parti del mondo sono ancora convinti che Venezia sia inagibile. È la forza dei social network. Serve una contro-comunicazione efficace. Il carnevale, comunque, ci aiuterà anche a mandare all'estero un'immagine positiva della città. Stiamo inoltre sviluppando una promozione turistica internazionale assieme al Comune e all'associazione degli albergatori di Venezia. Sono convinto che pure questa nei prossimi mesi darà dei frutti». «Bisognerebbe tenere la stessa linea anche per quanto riguarda i timori legati all'allerta per il nuovo coronavirus cinese conclude Caner il governo dovrebbe intervenire erogando dei fondi all'Enit, l'ente nazionale del turismo, per fare una promozione congiunta per tutte le regioni specificando che l'Italia è un Paese sicuro anche dal punto di vista sanitario. Si tratta di un'azione che potrebbe aiutare a riportare velocemente un po' di tranquillità». 

Ultimo aggiornamento: 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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