Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

COVERI RINNOVA LA SUA
PARTECIPAZIONE AL CARNEVALE

Lunedì 3 Febbraio 2020 di Luciana Boccardi
 
Fino a qualche stagione prima  , Carnevale era  una  parola che raccontava momenti  ludici lontani.  Dagli anni della guerra, a Venezia,  non si era più riproposto  e, prima -   non amato dal Fascismo - Carnevale a Venezia  era   solo un termine essenzialmente familiare, un pretesto per  friggere le frittole  e per la famosa Cavalchina   danzante che si teneva nelle sale della Fenice , unica  occasione per indossare qualche maschera  (poco esibita nelle strade).
A far  rispolverare le glorie degli antichi Carnevali di Venezia   negli anni Ottanta , oltre all’intuito artistico di Maurizo Scapaarro che ne vide l’occasione per realizzare un evento teatrale collettivo , diluito  lungo  i quindici  giorni di Carnevale, fu  il fiuto politico di un sindaco intelligente, Mario Rigo, che volle riproporre per Venezia quel momento speciale che al tempo della Repubblica aveva anche significati ben più importanti dell’esplosione festosa che oggi   lo caratterizza.   
Nell’ormai  lontano febbraio  1985, a Venezia,  il  Carnevale ritrovato accese la fantasia di un giovanissimo stilista, Enrico Coveri, non sconosciuto ma non ancora così famoso come lo fu dopo quella leggendaria, indimenticabile festa  organizzata a Palazzo Pisani Moretta, sul Canal Grande ,  la più grande festa che si potesse immaginare  che coinvolse  la grande  mondanità  internazionale,  i personaggi più ambiti dello spettacolo, della moda, della cultura, dell’arte.   I Veneziani avevano seguito i preparativi di quella che già veniva immaginata come qualcosa di leggendario: maschere e mascherine  (“mille,un milione”...) ,  i “domino”  , mantelli in seta lucida di tutti i colori che Coveri  commissionò per  farne omaggio agli invitati  (e che la fantasia popolare diceva sarebbero stati mille..duemila... ).  Stelle filanti,    coriandoli argentati, dorati, che volavano dalle finestre durante tuta la notte. Musica  bella, cibi raffinati, e champagne, champagne, champagne a gogo.  Quello che poteva mancare veniva ugualmente immaginato dai  Veneziani che sostavano anche in barca sotto le finestre per carpire qualcosa di quel  momento magico.  E fu  magico anche per Enrico che da allora divenne una firma internazionale di tutto rispetto , votato ai colori che inseguì anche come amante dell’arte da collezione ancora oggi presente e dominante in casa Coveri.  Divenuta per l’abilità di  Francesco Coveri  Martini, il nipote di Enrico  - oggi direttore  artistico della Maison -  e per la volontà ferrea di Silvana Coveri - la sorella di Enrico che alla prematura morte dello stilista prese le redini dell’azienda - una griffe importante  del nostro portafoglio pret-à-porter, la Coveri  ha affiancato all’attività per la moda quella di promotrice d’arte contemporanea, ospitata nelle Gallerie Coveri    oggi presente in una Mostra che il giovane Francesco ha voluto  dedicata al Carnevale (questa volta non di Venezia  ma di Viareggio) come testimonianza di Enrico nei confronti di    “quell’eterna colorata domenica che per lui era la vita”.
 Si  è inaugurata  infatti,    alla Game di  Viareggio  ,  “FESTA - ENRICO COVERI  ART COLLECTION”  , una mostra di arte e moda che presenta accanto alle opere di autori di importanza internazionale presenti nel carnet d’arte della  Coveri, abiti eccezionali  che Francesco ha realizzato  ispirandosi  a  questo o quel dipinto. Indossati  da modelle celebri, tra cui Eva Riccobono ,   i vestiti che Cover i  propone con  questa capsule per un Carnevale d’arte 2020-21 , saranno visibili fino al 15 marzo prossimo.

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