Coronavirus, pronto il rimpatrio degli italiani: volo civile, poi quarantena di 15 giorni. Oltre seimila casi

Mercoledì 29 Gennaio 2020
Coronavirus, domani volo da Wuhan per il rimpatrio degli italiani. Negativo il caso di Napoli

Coronavirus, il piano per far rientrare in Patria gli italiani rimasti bloccati a Wuhan è pronto: un aereo civile, ma operato dalla Difesa e con a bordo personale medico, decollerà nelle prossime ore per raggiungere la città cinese, focolaio del coronavirus, dove ci sono una settantina di connazionali.

E anche se alcuni di loro - si parla di 3-4 casi - potrebbero decidere di restare in Cina, il rimpatrio è previsto al massimo entro venerdì. Al loro arrivo in Italia scatterà un protocollo sanitario, messo a punto dal Ministero della Salute, che prevede un periodo di quarantena. Almeno per una quindicina di giorni, il periodo cioè di incubazione del coronavirus che sta terrorizzando il mondo. Un isolamento per la sorveglianza sanitaria che potrebbe avvenire anche in una struttura militare che consentirebbe una migliore gestione logistica dell'emergenza. Il volo è stato organizzato dall'Unità di Crisi della Farnesina, in stretto coordinamento con i Ministeri della Difesa, della Sanità e l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive 'Lazzaro Spallanzanì: una decisione accolta con soddisfazione e «felicità» che in alcuni momenti ha sfiorato l'euforia tra gli italiani che si trovano a Wuhan.

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Speranza: no allarmismi. «La situazione è molto seria e non può essere sottovalutata - ha aggiunto Speranza -. Bisogna tenere alta l'attenzione ma non bisogna fare allarmismo. Ho chiesto una riunione urgente dei ministri europei perché anche gli altri paesi facciano altrettanto, ma stiamo parlando di nove casi in tutta Europa, non bisogna fare allarmismo».

Turista cinese si sente male a Roma, ricoverato all'ospedale Spallanzani. Un turista cinese è stato soccorso da un'ambulanza nel pomeriggio in un albergo di via Cavour, nel centro di Roma. Secondo quanto si è appreso, era arrivato nella Capitale dalla Cina da un paio di giorni. Sono scattate tutte le procedure disposte per il coronavirus. Il personale dell'ambulanza, con mascherine e tute bianche, ha soccorso l'uomo che aveva febbre e lo ha trasportato all'ospedale Spallanzani per essere sottoposto al test.
 



Coronavirus, i numeri del contagio: oltre 6mila casi in Cina, dieci in Europa. I morti sono 132



 
 

Dieci casi in Europa


Il bilancio: 169 morti. Il numero di decessi confermati per l'epidemia virale cinese è salito a 169, con 37 morti ieri nello Hubei. Lo rende noto oggi il governo cinese. I nuovi casi registrati nella provincia focolaio dell'infezione sono stati 1.032, in ulteriore rallentamento rispetto ai 1.459 di due giorni fa e ai 2.077 di lunedì.

Contagio anche in Finlandia. Cinque casi di coronavirus in Francia e quattro in Germania. Attualmente ci sono stati cinque casi in Francia, quattro in Germania e un caso appena confermato in Finlandia di contagio dal coronavirus. La commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides in giornata aveva confermato il numero di 9 casi in Europa informando il Parlamento Ue riunito in plenaria a Bruxelles. La commissaria si è detta «certa che sono state prese le misure giuste per evitare il contagio».

 

British Airways sospende i voli sulla Cina

Intanto le compagnia British Airways e Lufthansa sospendeno tutti i voli per il paese e Starbucks annuncia la chiusura temporanea di oltre 2mila punti vendita. Secondo i dati dell'Oms, il contagio del coronavirus di Wuhan ha superato in Cina quello del 2002-2003 legato alla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars). Le prove di Coppa del mondo di sci, previste in Cina a febbraio, sono state annullate per via del nuovo coronavirus. Lo riferiscono le autorità di Pechino.

Seicento europei da rimpatriare. Oggi ci sono «circa 600 cittadini europei in Cina che vorrebbero lasciare la Cina» a causa dell'epidemia di coronavirus. Lo ha comunicato il commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic. Al momento però solo la Francia ha chiesto assistenza per il rimpatrio. Tuttavia, 14 Paesi hanno comunicato di avere cittadini in Cina da rimpatriare, fra cui l'Italia. Il Meccanismo europeo di protezione civile «può coprire fino al 75% dei costi di trasporto», ha precisato Lenarcic.

 


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Negativo il caso di Napoli. Non era da Coronavirus l'infezione che ha colpito un uomo cinese rientrato dal suo paese e ricoverato al Cotugno di Napoli. Lo confermano le analisi realizzate all'Istituto Spallanzani di Roma che aveva fatto scattare le procedure di controllo. Il sospetto caso di coronavirus a Napoli, che oggi si è rivelato un falso allarme, riguarda un uomo cinese di 28 anni, che era i viaggio di nozze in città. L'uomo è arrivato nove giorni fa dalla provincia di Ubei, la cui capitale è Wuhan, la città dove è esplosa l'epidemia. Il 28nne era in viaggio di nozze a Napoli e ha accusato alcuni sintomi assimilabili al coronavirus tra cui febbre e polmonite. L'uomo è stato portato all'ospedale Pellegrini e poi subito ricoverato all'ospedale Cotugno, specializzato in malattie infettive, dove è stato sottoposto al tampone test per capire se si trattasse di coronavirus. Le analisi realizzate all'Istituto Spallanzani di Roma a scopo cautelativo hanno escluso il virus. Il giovane cinese è attualmente in isolamento al Cotugno. Al momento tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati negativi ai test per il coronavirus 2019-nCoV. Lo riferisce il ministero della Salute in una nota. L'ultimo caso segnalato quello a Napoli di un uomo cinese rientrato dal suo paese e ricoverato al Cotugno. La conferma è arrivata poco fa dopo le analisi realizzate all'Istituto Spallanzani di Roma che aveva fatto scattare le procedure di controllo.

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Sono cominciati i lavori per la costruzione del secondo ospedale d'emergenza di Wuhan, il centro dell'epidemia di coronavirus in Cina centrale, che ospiterà 1.600 posti letto, 300 in più rispetto al progetto iniziale, in seguito all'aumento del numero di pazienti locali. Secondo China Construction Third Engineering Bureau Co., Ltd. che si occupa del progetto, l'ospedale, denominato Leishenshan Hospital, sarà grande 60.000 metri quadrati e potrà ospitare oltre 2.000 medici. Seguendo il modello di trattamento della SARS di Pechino, Wuhan sta costruendo due ospedali di fortuna per curare esclusivamente i pazienti affetti da polmonite, infettati dal nuovo coronavirus. Si prevede che le due strutture entreranno in funzione il 3 e il 5 febbraio. Nella cura e nel controllo della SARS, o Sindrome Respiratoria Acuta Grave, che si è diffusa rapidamente in Cina continentale nel 2003, Pechino costruì lo Xiaotangshan Hospital, un centro medico temporaneo nella periferia nord della città.
 


Due casi in India. Uno studente serbo che ha soggiornato in una città cinese a 750 km da Wuhan è stato messo in quarantena nella località indiana di Goi insieme alla madre per sospetta infezione da coronavirus. Nel darne notizia, i media a Belgrado riferiscono che i due sono giunti in India dalla Cina il 13 gennaio scorso. Sono in corso le analisi per accertare la presenza eventuale del virus.

Le gare di Coppa del Mondo di sci alpino a Yanqing, in Cina, in programma il mese prossimo sono state annullate a seguito della diffusione del coronavirus. Lo ha reso noto l'organo di governo mondiale dello sci (Fis), sottolineando che la decisione è stata presa congiuntamente con l'Associazione cinese di sci. In programma a Yangging c'erano la discesa libera e il SuperG maschile il 15 e 16 febbraio, il primo test in vista dei Giochi Olimpici Invernali del 2022 a Pechino. Nei prossimi giorni verranno comunicati dalla Fis gli eventuali recuperi.


Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato il loro primo caso del nuovo coronavirus cinese. Il caso è stato rilevato all'interno di una famiglia proveniente da Wuhan, ha annunciato oggi il ministero della Salute emiratino citato dall'agenzia di stampa ufficiale Wam. Non si esclude che possano essere infetti anche gli altri membri della famiglia. «La salute delle persone colpite è stabile», ha aggiunto il dicastero senza specificare il numero di persone colpite dal coronavirus.

La catena statunitense Starbucks ha chiuso «più della metà» dei suoi 4.300 coffee shop in Cina a seguito dell'epidemia di coronavirus e ha avvertito che la situazione del gigante asiatico avrà un impatto sui suoi conti annuali, anche se ha espresso la sua fiducia che ogni potenziale effetto sia «temporaneo». «Attualmente abbiamo chiuso più della metà dei nostri negozi in Cina», ha sottolineato il responsabile dello sviluppo internazionale di Starbucks, John Culver, aggiungendo che la società sta valutando la situazione con le autorità cinesi ogni giorno. Il CFO di Starbucks, Patrick Grismer, ha riconosciuto che «circostanze straordinarie» successive allo scoppio del coronavirus in Cina hanno indotto l'azienda a non rivedere al rialzo le previsioni annuali, come originariamente previsto, ma a mantenere le proiezioni fino a quando non ci fosse stata una maggiore visibilità dell'impatto dell'epidemia.

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Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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