Calderan nel deserto rovente supera anche una tempesta di sabbia

Mercoledì 29 Gennaio 2020
Max Calderan è arrivato a metà percorso

PORDENONE -  L’impresa continua. Max Calderan ha coperto oltre 600 chilometri tra le sabbie roventi del Rub al Khali, superando la metà dell’impresa ribattezzata “Into the Lost Desert”. Il 53enne pordenonese ha già largamente battuto il suo record personale, dato che in precedenza la sua traversata estrema più lunga era stata di 437 chilometri nell’Oman.

INFATICABILE
Calderan ha diversi soprannomi: “Il re delle dune”, “Lo sciamano”, “Il profeta”, ma anche - meno prosaicamente - “Il pazzo”. Ha affrontato e “battuto” le sabbie più insidiose del mondo, sopravvivendo in condizioni estreme, tra microsonni e training autogeno. In un’occasione è stato un tuareg a salvarlo. Classe 1967, di norma (ma non in questa occasione) vive le sue imprese senza assistenza medica e in completa solitudine. Il suo fedele compagno d’avventura è uno zaino, che contiene lo stretto necessario al progetto, compreso un libro per meditare. «Il primo limite che ho dovuto superare - ha detto l’esploratore - è stato un nemico terribile: la paura. Ci sono riuscito perché mi ritengo un grande motivatore, a cominciare da me stesso». Ha scelto di stabilirsi a Dubai, facendo l’imprenditore.

TEMPESTA
Ora si sta cimentando con le insidie delle mille miglia dell’Empty Quartet (Il “Quarto Vuoto”), nel cuore dell’Arabia Saudita. Un team lo segue in fuoristrada per filmare l’impresa, destinata a diventare un documentario. Il ginocchio destro e la caviglia d’appoggio di Calderan non sono in buone condizioni, tanto da costringerlo a rallentare la marcia. Non solo. Da alcuni giorni nella zona infuriano tempeste di sabbia, che per alcune ore hanno fatto perdere al gruppo il contatto con Max e impedito ai componenti di uscire dai veicoli. È stato necessario scavare e disincagliare le attrezzatture e le jeep. Così il naoniano si è trovato da solo in balia del vento. Le comunicazioni in loco sono molto difficili e la trasmissione d’immagini e video diventa impossibile: funzionano solo le chiamate satellitari. L’unica forma di vita che il team ha incontrato è stata un Death scorpion, trovato dentro il campo-base. L’assenza di luna, con il conseguente buio profondo, rende l’ambiente ancora più ostico. “Nel corso dell’ultimo aggiornamento - informa una nota -, Max ha annunciato con orgoglio che a metà del percorso è stata installata nel deserto una targa commemorativa, con i nomi di tutti i membri della spedizione”.

NEL SINAI
In precedenza il pordenonese aveva vissuto un’altra esperienza “da film”, in questo caso sulle tracce del biblico Mosè, nel Sinai. Si trattava del Progetto Exodus: 250 chilometri coperti in 49 ore, con temperature sempre oltre i 50 gradi. Calderan aveva voluto simbolicamente seguire le orme del profeta biblico, dal Golfo di Aqaba verso la Terrasanta, senza mai fermarsi. Aveva osservato pure i dettami del Ramadan. In Egitto non aveva bevuto né mangiato, dall’alba al tramonto, sempre filmato da una troupe del network arabo Al Jazeera. «Il Sinai è una penisola divisa in due porzioni ben distinte - aveva raccontato -. La zona nord è più sabbiosa e comprende pure l’altipiano del Tih, da sempre interdetto ai turisti, che nel 2010 attraversai in 23 ore. La parte meridionale è più montuosa, con labirinti rocciosi che collegano le vallate. Lì i beduini sono i veri padroni. Durante la guerra del 1968 erano le guide dell’esercito israeliano, che in cambio scavava pozzi».

ANOMALIA
I test del Dna hanno rivelato che il 53enne ha livelli estremamente bassi di cortisolo, così il suo fisico tollera livelli estremi di stress meglio dell’uomo medio.

Nel 2014 sempre Al Jazeera aveva prodotto il documentario “The Son of Desert - Figlio del Deserto” sulle sue imprese. Al Madhi, come lo chiamano i beduini, detiene oggi 13 record mondiali di esplorazione desertica, compreso l’attraversamento per 90 ore consecutive nell’Oman della linea del Tropico del Cancro e i 360 chilometri percorsi in 75 ore in Arabia Saudita. Qualche mese fa era stato investito da un pirata della strada, ma si è ripreso in fretta: da vero “fenomeno”.

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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