Sardine, effetto decisivo sul voto in Emilia: «Ora il dialogo con il Pd»

Domenica 26 Gennaio 2020 di Simone Canettieri
Sardine, effetto sul voto in Emilia: «Ora il dialogo con il Pd»

Il primo successo lo intuiscono intorno alle 12, con i dati sull’affluenza. Sono alti. La mobilitazione costante è servita. Per il secondo, quello della vita, le Sardine dovranno aspettare la notte: superata la prova della maturità, adesso si cambia vita. E l’abbraccio con il Pd sarà nelle cose di un percorso ancora tutto da costruire. Per il momento missione compiuta.

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Nelle ultime ore, quelle della lunga vigilia, avevano cercato di minimizzare la portata dell’evento: «Comunque vada ci saremo ancora». Ma per le Sardine, e questo è ovvio, l’Emilia era lo snodo di tutto: dentro o fuori. D’altronde c’erano solo due ipotesi: spiccare il volo, rivendicando il successo di Stefano Bonaccini, oppure soccombere nella culla. Tutto è stato molto veloce per Mattia Santori e compagni. I successi, le polemiche e gli scivoloni. 
Il debutto del 14 novembre se lo ricordano tutti a Bologna. 

Al Paladozza arriva Salvini intenzionato a riempire l’impianto per la presentazione di Lucia Borgonzoni e quattro ragazzi si inventano l’adunata-flashmob in piazza Grande come risposta. Sotto le note di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla parte l’offensiva al Capitano, una sfida all’ultimo colpo d’occhio che riescono a vincere. Poi tocca a Modena. Così in un mese scoppia la Sardina-mania che travalica i confini dell’Emilia Romagna e diventa un tour in giro per l’Italia.

LA CAVALCATA 
Da Nord a Sud passando per Roma, dove il 14 dicembre si consuma la fase 1: la prova di piazza San Giovanni, luogo del cuore della sinistra. 
Anche questa prova funziona, ma lo spontaneismo dei primi giorni diventa qualcosa di più. In un certo senso reducismo, di una sinistra girontondina anti-berlusconiana, che prova di nuovo a stringersi a coorte. Le sardine fanno gola al Pd, ma inglobano al loro interno di tutto: da ex elettori grillini a democratici delusi, fino alla sinistra-sinistra.

Sociologi, politologi, talk televisivi si interrogano sul fenomeno. E più che altro interrogano Mattia Santori, onnipresente, sempre pronto a raccontare. Trasmissione dopo trasmissione. E così questo non-partito diventa comunque centrale nella sfida della via Emilia. E soprattutto anche per il futuro del Pd. Il corteggiamento c’è, e questo serve a Salvini e a Meloni a restringere il perimetro della contesa. In pratica i leader di Lega e Fratelli d’Italia dicono: «Hai voglia di bollarti come cittadini delle più svariate idee queste sardine sono di sinistra». E piano piano infatti si connotano. La proposta più qualificante che rilanciano dal palco di San Giovanni riguarda i decreti sicurezza. Ma da modificare, seguendo le indicazioni del Quirinale, o da abrogare come invece vuole pezzo di sinistra-sinistra? C’è da mettere a punto la linea politica: ci sta per un neo movimento che prova a non dividersi. Anche se il primo congressino lo celebra in uno stabile occupato, e dunque fuori legge della Capitale. Un atto rivendicato.

Da dicembre a ieri sera ci sono gli ultimi lampi pro-Bonaccini. In un corpo a corpo perenne con Matteo Salvini. Da Bibbiano al tuffo liberatorio nel mare Adriatico a due passi dal Papeete prima del voto. Da oggi cambia tutto.
 

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA