Posta in ritardo, quaranta sindaci in missione: disguidi e bollette scadute

Domenica 26 Gennaio 2020 di Lara Zani
Postino
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PORDENONE - Sui disservizi del recapito, 40 sindaci scrivono a Poste italiane per chiedere un incontro. E il numero delle adesioni pare destinato ad aumentare: alla quindicina di primi cittadini che ieri mattina, su iniziativa del sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair, si sono ritrovati a Vajont, se ne sono già aggiunti 25 nel corso della giornata, e altri probabilmente si uniranno, non solamente dalla provincia di Pordenone.
IL VERTICE
L'incontro di ieri è servito innanzitutto a confermare, spiega Maurmair, l'esistenza delle criticità già segnalate, presenti a macchia di leopardo in tutto il territorio. Di qui la decisione di chiedere un incontro urgente a Poste italiane, per illustrare le problematiche e ottenere rassicurazioni «rispetto ai tanti impegni - spiega Maurmair - che la società nazionale ha assunto pubblicamente in occasione dei meeting romani dedicati alle piccole realtà amministrative». La lettera è indirizzata al presidente e all'amministratore delegato di Poste italiane, ma sarà inviata per conoscenza anche alla Prefettura di Pordenone, al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e al consiglio regionale, all'Anci Fvg, all'Uncem Fvg e all'Anpci. Nel testo si fa riferimento alle criticità già segnalate nei giorni scorsi: «Non accade in ogni comune e non costantemente, tuttavia con sempre maggior frequenza prendiamo nota di lamentele poiché il recapito a domicilio della posta avviene con gravi e inaccettabili ritardi». Le conseguenze sono facilmente immaginabili: «I nostri cittadini ci segnalano il disagio per bollette e avvisi di pagamento pervenuti ben oltre la scadenza, l'impossibilità di godere di abbonamenti a riviste e, ancor meno, a quotidiani, tenuto conto che per esempio ci sono casi in cui quattro distinte riviste settimanali sono state consegnate in una sola occasione, dopo un mese dalla stampa della prima». E poi, ancora, la questione delle raccomandate, «con numerosi racconti di portalettere che lasciano nella cassetta l'avviso di avvenuto deposito nell'ufficio postale, che comporta per il destinatario dai tre ai cinque giorni d'attesa per poter effettivamente ritirare la propria lettera». 
LE CAUSE
I sindaci attribuiscono la causa delle problematiche «ai nuovi modelli di distribuzione» e assolvono invece i portalettere, «impegnati anzi a recapitare la corrispondenza ordinaria in orari e giornate inconsueti», manifestando anche perplessità per la costante turnazione del personale «che fa immaginare una precarietà inconciliabile con principi gestionali orientati all'efficacia e all'efficienza». Di qui la richiesta di «un netto riesame del comparto logistico, così da garantire in tutti i comuni il servizio universale di recapito postale». Quattro i punti sui quali i sindaci si soffermano, richiamando gli impegni presi dalla società nel primo evento Sindaci d'Italia, ossia la garanzia del servizio universale in modo omogeneo , l'installazione di uno sportello Atm/bancomat in tutti gli uffici postali, l'eliminazione entro il 2020 di tutte le barriere architettoniche e la garanzia del servizio di tesoreria a titolo gratuito. L'elenco dei sindaci firmatari spazia dalla provincia di Pordenone a quella di Udine e arriva anche a Capriva (Gorizia). Per quanto riguarda la Destra Tagliamento, ai Comuni più piccoli come Cavasso Nuovo o Morsano al Tagliamento si affiancano anche centri importanti come Azzano, Spilimbergo, Maniago, Sacile e Cordenons.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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