Salvini citofona, il ragazzo si difende: «Non spaccio». L'ira di Tunisi. «Nessun rispetto»

Mercoledì 22 Gennaio 2020
Salvini citofona, il ragazzo si difende: «Non spaccio». L'ira di Tunisi. «Nessun rispetto»

Alla citofonata di Matteo Salvini il giorno dopo risponde la Tunisia, e un'iniziativa di campagna elettorale diventa un caso diplomatico. «Una deplorevole provocazione, fatta in maniera illecita - denuncia infatti l'ambasciatore tunisino Moez Sinaoui al presidente del Senato Elisabetta Casellati -, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina, divulgata in maniera ostentata all'opinione pubblica». Il blitz a Bologna del capo della Lega, che ha suonato al citofono di un presunto spacciatore di droga tunisino, a favore di tv, spinge anche il vicepresidente del Parlamento di Tunisi, Osama Sghaier, a intervenire per definire Salvini «un razzista». 

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Salvini: «La lotta alla droga deve unire»

«La lotta agli spacciatori dovrebbe unire e non dividere», replica l'ex ministro, secondo il quale «il problema non sono i tunisini, i nigeriani, ma i delinquenti. In galera ci sono 200 tunisini che sono delinquenti, poi ci sono tantissimi tunisini che lavorano onestamente». «Ho risposto a una madre coraggiosa che si batte con una motivazione in più, ha perso un figlio di overdose - dice il senatore -: qualcuno fa polemica su di lei, ma noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio». L'ambasciatore tunisino si dice però «costernato», parla di «increscioso episodio». Per il vicepresidente del Parlamento di Tunisi, Salvini «mina i rapporti tra Italia e Tunisia» e «non è la prima volta che prende atteggiamenti vergognosi nei confronti della popolazione tunisina». 

Salvini, sfondato parabrezza all'auto della donna che indicava il citofono
 
 

Il ragazzo si difende. Il diciassettenne del quartiere Pilastro a Bologna che ha risposto al citofono non ci sta. Affidata una dichiarazione ai suoi legali. «È una brutta cosa, mi viene da pensare come la gente mi guarda. Non è giusto. Io non sono uno spacciatore, gioco a calcio, tra pochi mesi divento padre. Salvini deve levare quel video dalla rete».

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Le reazioni della politica. La vicenda fa tornare in mentre a qualcuno la dura reazione nel mondo musulmano per la maglietta con vignetta anti-islamica di Roberto Calderoli, senatore leghista, nel 2006. Critiche a Salvini anche dai partiti mentre la Cei, con il presidente Gualtiero Bassetti in visita al Senato, si limita a ribadire «i principi di fondo, umani e cristiani, che valgono per tutti.
E poi ognuno li applica». Per Marco Minniti del Pd, anch'egli ex ministro dell'Interno, la citofonata «ricorda i totalitarismi, con le soffiate dei vicini». 


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A Nicola Morra del M55 fa pensare «allo squadrismo». Comprensivo invece Silvio Berlusconi: «Salvini ha uno stile provocatorio». Sul caso interviene pure lo scrittore e attore Fabio Volo. «Vai a suonare ai camorristi se hai le palle... - dice alla radio - Fallo con i forti lo splendido, non con i deboli». Concetto analogo lo esprime Lorenzo Donnoli delle Sardine. «Io i camorristi li ho messi in galera - risponde Salvini - mentre Fabietto Volo scriveva io confiscavo i beni ai mafiosi». Intanto, mentre il 17/enne presunto spacciatore si tutela legalmente, la donna che ha imbeccato Salvini trova la sua auto danneggiata. E il senatore promette di tornare al quartiere Pilastro.

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Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA