Minacce a un ragazzino con un coltello da cucina, assolto 52enne

Martedì 21 Gennaio 2020 di Francesco Campi
Il tribunale di Rovigo
ROSOLINA - Era finito a processo con l’accusa di aver minacciato un ragazzino di 16 anni brandendo un coltello da cucina, ma ieri Maurizio Bertaggia, 52enne nato a Chioggia e residente a Rosolina è stato assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”. E, secondo il suo difensore, l’avvocato Tommaso Rossi, sussisterebbe invece un comportamento quasi persecutorio che una “banda” di ragazzini residenti nel vicinato avrebbe tenuto nei confronti dell’uomo, che lo avrebbe quindi ampiamente provocato arrivando fino al punto di provare ad entrare in casa sua. «Non era stata fatta querela – spiega l’avvocato Rossi - perché il reato di minaccia aggravata dall’uso di un’arma è procedibile d’ufficio, tuttavia valuteremo se e come eventualmente procedere nei confronti della presunta parte offesa, che in aula ha fornito quattro differenti versioni».
Del resto, anche lo stesso Bertaggia, nell’udienza precedente, quando ha fornito la propria versione davanti al giudice Sara Zen, aveva tratteggiato un quadro di continue prese in giro, offese e minacce che avrebbe ricevuto da un gruppetto di ragazzi, fra i quali anche quello che era parte offesa nel processo. Il 52enne ha raccontato di essere stato bersagliato da lanci di sassi mentre si trovava sul balcone e che le offese sarebbero state ripetutamente indirizzate anche a sua moglie, apostrofata con epiteti pesanti. Da aggressore, quindi, si sarebbe descritto piuttosto come aggredito, ovvero come vittima di atti persecutori di quella che dal suo racconto è emersa quasi come una “baby gang”.
Il giorno dell’episodio incriminato, i ragazzi stavano giocando a pallone e questo, con qualche pallonata finita dove non doveva finire, avrebbe scatenato una reazione irata da parte del 52enne, che, affacciatosi sul poggiolo per rimproverare il gruppetto, avrebbe ricevuto in cambio da loro una bordata di offese. E questo lo aveva ovviamente fatto infuriare. Ha poi rimarcato di essersi sì affacciato con il coltello in mano, ma solo perché in quel momento stava cucinando, non avendo certo intenzione di usarlo, ha spiegato, e venendo richiamato dalla moglie a posarlo. Una versione che è stata confermata dalla moglie stessa, quando è stata sentita come testimone. La diversa solidità delle versioni nel riferire l’accaduto, ampiamente sottolineata nell’arringa difensiva, sembra non aver lasciato dubbi al giudice Zen, che ha così deciso per l’assoluzione di Bertaggia.
Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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