In auto investe un cinghiale, la Regione deve pagare i danni

Domenica 19 Gennaio 2020 di Marco Aldighieri
In auto investe un cinghiale, la Regione deve pagare i danni
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TORREGLIA (PADOVA) - Era l'agosto del 2011 quando un'automobilista di 35 anni di Correzzola al volante della sua Y10, ha travolto e ucciso un cinghiale. La donna ha distrutto l'auto ed è rimasta ferita. Subito ha fatto ricorso per il risarcimento danni contro la Regione Veneto. In primo grado il suo ricorso è stato respinto, ma i giudici della Corte d'Appello le hanno dato ragione, ordinando alla Regione di risarcirla con oltre 13 mila euro, e di pagare le spese processuali per un ammontare di tremila euro.

L'INCIDENTE
Era la sera del 22 agosto di nove anni fa quando l'automobilista, mentre percorreva la strada da Montegrotto a Torreglia all'interno dell'area del Parco Colli, ha impattato con la sua Y10 contro un cinghiale che all'improvviso ha attraversato la strada. L'animale è morto sul colpo e la macchina è andata distrutta. La trentacinquenne ha riportato un trauma distorsivo del rachide cervicale e un trauma contusivo al braccio destro e al polso. L'automobilista è stata costretta a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso della Casa di Cura di Abano Terme. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti gli agenti della polizia provinciale.

LA SENTENZA
La donna, affiancata dal legale Alberto Mazzucato, ha mosso causa civile alle Regione Veneto per ottenere il risarcimento dei danni. Ma i giudici in primo grado hanno rigettato il ricorso. L'automobilista non si è arresa ed è andata in Appello, e i giudici lagunari le hanno dato ragione. Nelle ventuno pagine della sentenza, la Corte ha sottolineato come nel 2011 il problema del sovrappopolamento dei cinghiali fosse reale e conclamato. E infatti ...La presenza dei cinghiali nelle aree del parco era in costante aumento con forti disagi per la popolazione tanto che venne decisa dalla Regione l'adozione di misure eccezionali in grado di arginare il fenomeno, con l'aumento dei chiusini e l'abbattimento controllato. E la donna quella domenica sera dell'agosto di nove anni fa, era transitata proprio in una zona all'interno del Parco Colli. I giudici hanno poi preso in esame il rapporto della polizia provinciale, dove viene sottolineato come la strada fosse buia perchè priva di illuminazione, e di come l'automobilista non potesse vedere la sagoma bassa e scura dell'animale. Così la Corte d'Appello ha condannato la Regione a risarcire i danni alla donna pari a oltre 13 mila euro, e a pagare le spese processuali per un totale di tremila euro. L'automobilista da sempre aveva indicato la Regione, quale colpevole dell'omessa adozione di misure idonee a contenere il numero della popolazione dei cinghiali nel territorio del Parco Colli.
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