Scatto d'ira a sei anni, maestra ferita: «Non aggressione, ma un incidente»

Sabato 18 Gennaio 2020 di Paolo Calia
In una scuola trevigiana un bambino ha incidentalmente spinto la maestra che è finita al pronto soccorso
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TREVISO Un bambino di sei anni, in preda a uno scatto d’ira, spinge la maestra durante l’orario di lezione. L’insegnante ruzzola a terra e rimane contusa. È costretta quindi a ricorrere alle cure del pronto soccorso per vie della botta subita nella caduta e rimedia una settimana di riposo a casa per infortunio. L’episodio, estremamente delicato e dai contorni ancora poco chiari, è accaduto in una scuola elementare dell’hinterland trevigiano qualche giorno fa. Nessuno dei protagonisti parla. La scuola si trincea dietro una cortina di riservatezza: «Si tratta di un minore, non abbiamo dichiarazioni da fare», si limita a dire la dirigente scolastica. Ovviamente non ci sono nomi, mancano dettagli. Ma l’episodio è confermato. Lo rivela per primo un genitore preoccupato, riferendo che il bambino in questione sarebbe a dir poco esuberante e desta preoccupazione in tutta la classe. Quanto accaduto alla maestra sarebbe solo l’ultimo, e più eclatante, episodio di una lunga serie. Ma la riservatezza sull’accaduto, e alcune mezze ammissioni filtrate dall’ambiente scolastico, seminano dubbi.

LA DINAMICA
La prima versione dei fatti parlava di una vera e propria “aggressione”. E considerato che il protagonista è un bambino di sei anni - «uscito da poco dalla scuola per l’infanzia», sottolineano dall’istituto - questa sarebbe una descrizione a dir poco sorprendente. Col passare delle ore il caso si completa con qualche tassello in più. Un collega della maestra in questione, che comunque la prossima settimana tornerà al lavoro, ridimensiona la questione: «Non è stata un’aggressione - precisa - ma un incidente, non c’era nessuna volontà di fare del male. Il bambino in questione ha sicuramente bisogno di un percorso educativo particolare, ma in questo caso non c’è stata volontà. Si è trattato più di uno scatto d’ira con conseguenze non volute». L’episodio ha però destato apprensione in qualche genitore che è arrivato a chiedere un provvedimento disciplinare per il piccolo, scordandosi che in prima elementare certe misure non sono previste. La scuola sta lavorando senza clamore per risolvere la situazione senza conseguenze particolari.

L’ATMOSFERA
Nell’istituto, anche ieri mattina, la serenità regnava sovrana. I bambini di tutte le classi hanno seguito le lezioni come sempre, gli insegnanti erano molto tranquilli. Non si può dire lo stesso per alcuni genitori, preoccupati invece per quanto accaduto: «Preoccupazione che però non è emersa durante la riunione che abbiamo fatto pochi giorni fa cui hanno partecipato gli stessi genitori - osserva un altro insegnante - nessuno ha citato questo episodio». Però il fatto che la notizia sia comunque trapelata e con contorni allarmistici ha fatto comunque scattare qualche campanello. Molto probabilmente, nei prossimi giorni, il lavoro della scuola si concentrerà nel convincere i genitori ad esternare le proprie preoccupazioni direttamente agli insegnanti. Non è la prima volta che nelle classi arrivano bambini vivaci, ci sono sempre stati. Le scuole sono ormai attrezzata per affrontarli e accompagnare anche gli scolari più problematici lungo percorsi di integrazione e formazione. Quanto accaduto qualche giorno fa va sicuramente oltre il semplice “incidente”, non fosse altro che per la maestra costretta a ricorrere alla cure dell’ospedale. Ma non desta preoccupazione nei vertici dell’istituto che, invece, ha già individuato il problema e sta lavorando per risolverlo. Anche da qui arriva la decisione di far calare un muro di silenzio, di non dare alcun dettaglio se non precisare che al centro di tutto c’è un minore, un bambino di sei anni, fragile, da tutelare e difendere. E, sicuramente, da aiutare. 
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