Decoro, scontro sulle multe ai padroni dei cani che sporcano

Venerdì 17 Gennaio 2020 di Michele Fullin
VENEZIA Polemica per la mancanza di una campagna contro le cacche dei cani
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VENEZIA - In questi primi due mesi dell’anno le calli sono tornate ad essere imbrattate da padroni maleducati di cani che lasciano liberi i loro “amici” a quattro zampe e non raccolgono i loro escrementi. Il problema è serio e tutte le mattine gli addetti di Veritas vi si trovano di fronte, con non poche difficoltà operative. Da un lato, non esiste un vero e proprio servizio di “pulizia dalle cacche” che ad esempio in certe città francesi c’è, dall’altro, i netturbini per pulire sono costretti a rendere inservibile la ramazza.
«Il problema esiste - ammettono da Veritas - e non si può neppure lavare la strada la mattina presto come facciamo in estate. L’acqua può ghiacciare e la gente scivola. Di conseguenza, i padroni dei cani devono pulire. Lo impone il regolamento di polizia urbana». E lo impone anche l’educazione. Tanto più in giorni, come questi, in cui le calli appaiono sporche. 
Ma quante multe vengono date ogni anno a chi non raccoglie gli escrementi del proprio cane? L’argomento è dibattuto tra i veneziani. Nelle statistiche ufficiali pubblicate ogni anno dalla Polizia locale, questo genere di sanzioni non figura ed è diluito nella casistica “Controlli in materia di igiene, nettezza e decoro”. Per la cronaca, ne sono stati compiuti 94 nel 2016, 132 nel 2017 e 138 nel 2018. I dati del 2019 saranno disponibili lunedì, con la festa del Corpo. 
L’associazione Garanzia civica, che sul decoro e sulla pulizia fa una battaglia quotidiana, contesta le parole del comandante Marco Agostini (“Ne facciamo una decina l’anno”) e chiede che i dati vengano resi noti e le sanzioni pubblicizzate per dare l’esempio.
«Ci pare onestamente che, quello dichiarato, non possa rappresentare un risultato di cui andare fieri e orgogliosi - afferma Garanzia Civica - anche perché temiamo sia un dato “gonfiato”, in quanto storicamente le multe “di questo tipo” non sono state mai ben esplicitate nel bilancio sociale, bensì confuse in voci di più ampia estensione, il che fa pensare che le effettive contravvenzioni siano state prossime a zero. Se nel corso del 2019 - prosegue - è cambiato l’approccio dell’amministrazione pubblica al fenomeno, divenuto nel frattempo prioritario, è questa l’occasione per fornire un dato ufficiale inequivoco e soprattutto ben documentato».
IL COMANDANTE
Il comandante Agostini, però, non ci sta e conferma: «Quelle multe le abbiamo date e in un paio di giorni posso dire esattamente le circostanze in cui sono state fatte».
Tuttavia, nessuna di queste sanzioni che partono da un minimo di 300 euro è stata pubblicizzata dal pur efficiente ufficio stampa comunale. «Non ho niente da dire sull’argomento pubblicizzazione - aggiunge Agostini - sono sanzioni al regolamento di polizia urbana».
L’assessore alla sicurezza, Giorgio D’Este, conferma anche lui che alcune multe a padroni di cani maleducati sono state date, ma invita a una riflessione.
«Al di là delle multe - spiega - l’importante è l’attività a carattere preventivo, in quanto l’obiettivo non è sanzionare, ma fare “educazione”. Con i limiti del caso, poi, perché abbiamo molte cose di cui occuparci e con prorità differenti. È naturale pensare che l’impiego di personale ci vede impegnato su tantissimi fronti e spesso, negli orari che ci segnala la gente (7-9) gli agenti sono impegnati a fare viabilità e a sorvegliare le scuole. E queste attività sono, se mi permettete, prioritarie. Se poi - puntualizza - vogliamo dire “sarebbe bello fare qualcosa di più e sensibilizzare sui mezzi di informazione”, lo abbiamo fatto diverse volte. Qui ci si deve appellare al buon senso delle persone, che è il vero problema, dovuto alla mancata percezione di appartenenza del bene comune. Se vogliamo che la nostra città sia pulita - conclude - deve essere il cittadino a dare l’esempio. Altrimenti sembra che il Comune voglia fare cassa. Comunque, se ci sono situazioni che sono costanti, i cittadini ci segnalino i fatti descrivendo orario, zona, e descrizione delle persone e dei cani il più possibile precise. Ma ripeto, l’obiettivo è lavorare su un profilo di prevenzione e non di punizione».
 
Ultimo aggiornamento: 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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