Acqua alta, la stima del Patriarcato: danni a 85 edifici per 1,4 milioni

Venerdì 17 Gennaio 2020 di Alvise Sperandio
VENEZIA L'acqua alta del 12 novembre scorso ha danneggiato molte chiese
VENEZIA I danni più grossi in assoluto si sono avuti nelle basiliche di Murano e Torcello, colpite soprattutto nei mosaici. Serviranno centinaia di migliaia di euro. Ma sono 85 gli edifici della diocesi, tra chiese, canoniche e patronati che dopo l’acqua alta eccezionale del 12 novembre scorso hanno riportato problemi ai pavimenti, agli arredi, agli impianti elettrici, acustici e di riscaldamento e alle pompe idrauliche. La stima è di 1 milione 400 mila euro di danni: in una cinquantina di casi l’importo rientra nei 20 mila euro fissati come tetto dei rimborsi d’emergenza, per gli altri i conti sono maggiori. Secondo il Patriarcato a San Donato di Murano il preventivo di spesa è sui 250-300 mila euro per il pavimento, mentre per il campanile, serviranno 150 mila euro per la messa in sicurezza e altri 300 mila euro per la ristrutturazione. A Torcello «la situazione è ancora più delicata e grave per la fragilità del sito e il cedimento dei marginamenti lagunari soprattutto nella zona retrostante la chiesa, di competenza della città metropolitana. Preoccupa il pavimento della basilica, ma non abbiamo preventivi che saranno ingenti». A fotografare la situazione, con un’analisi puntuale degli interventi più urgenti per il patrimonio storico e artistico dei luoghi di culto e non solo, è il gruppo di lavoro creato dalla diocesi. Lo compongono don Fabrizio Favaro, vicario episcopale per gli affari economici, don Gianmatteo Caputo, delegato patriarcale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, Manuela Barausse, Arrigo Memo e Andrea Gallo. In queste settimane hanno svolto un lavoro immane, fatto di sopralluoghi con architetti, storici dell’arte e restauratori della Soprintendenza e con il Nucleo di tutela dei Carabinieri, cui hanno fatto seguito la rendicontazione e l’avvio delle pratiche di rimborso. Dopo le verifiche, i primi lavori sono già partiti e per le parrocchie che non avessero immediata liquidità, il Patriarcato ha creato un fondo di 500 mila euro da cui attingere un prestito. «Dove c’erano situazioni già critiche – ha spiegato don Favaro al settimanale diocesano Gente veneta – il problema si è aggravato: l’acqua alta ha reso urgente l’intervento prima solo consigliato». La lista dei luoghi colpiti è lunga: a Torcello e Murano i mosaici hanno subito la penetrazione del sale che ha cristallizzato e in compartecipazione col freddo ha fatto saltare delle tessere. Dopo i lavaggi di emergenza effettuati dai parroci e volontari, sono dovute intervenire delle ditte di pulizia specializzate. Danni gravi ci sono stati anche all’altare di Tullio Lombardo nella chiesa di San Martino di Castello e alla cappella Corner di Mauro Codussi ai Santi apostoli. Ancora: la copertura di San Pietro di Castello è stata rovinata dal vento, mentre sono stati danneggiati i rivestimenti di Sant’Eufemia, San Simeon, San Marcuola e San Martino di Castello. Problemi si sono avuti anche ai dipinti di San Giacomo dall’Orio e ai locali annessi alla chiesa di San Canciano che si sono rialzati. «Gli interventi fin qui realizzati, ma sarà così anche per quelli in programmazione sono stati concordati con la Soprintendenza – ha sottolineato don Caputo – Pur dovendo intervenire con la procedura d’urgenza, abbiamo sempre messo al corrente i funzionari, disponibili ai sopralluoghi subito dopo gli eventi drammatici del 12 novembre e anche alla verifica dei lavori in corso d’opera».
 
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