Daniela: «Ho dato il Cumadin a mio marito, ma non volevo ucciderlo»

Giovedì 16 Gennaio 2020 di Stefano Buda
Daniela Lo Russo
Ha fornito una confessione in piena regola, davanti al tribunale collegiale di Pescara, Daniela Lo Russo, la donna accusata di avere tentato di uccidere l’ex marito Antonio Di Tommaso, un imprenditore edile di Rosciano, somministrandogli dei cocktail a base di psicofarmaci e Coumadin, un potente anticoagulante in grado di provocare emorragie interne. L’imputata ha però affermato di non avere mai avuto intenzione di assassinare la vittima.

«Non ho mai pensato di ucciderlo, anche perché il Coumadin non uccide nessuno, se non in dosi esagerate – ha detto ieri in aula -. L’ho fatto per dimostrargli che se si sentiva male non poteva fare a meno di me». Lo Russo ha inoltre cercato di ridimensionare le responsabilità del figlio, Michele Gruosso, anche lui chiamato a rispondere di tentato omicidio. E’ stato infatti dimostrato che Gruosso, in più occasioni, si recò in farmacia, con ricette false, allo scopo di acquistare il medicinale. «Iniziai a dare il Coumadin a mio marito nel luglio del 2016, ma non dissi mai a mio figlio cosa stavo facendo – ha riferito la donna -. Le ricette le preparavo io, lui sapeva che il patrigno non stava bene e quindi non ci vedeva niente di strano».

Secondo l’accusa, però, sarebbe stato proprio Gruosso ad organizzare, d’accordo con la madre, un pestaggio ai danni della vittima, allo scopo di accelerare le emorragie provocate dal farmaco e causare la morte dell’uomo. Di Tommaso fu aggredito sotto casa, a colpi di mazza da baseball, la sera del 10 luglio del 2016. Ebbe però la prontezza di reagire, riuscendo a limitare i danni. Per questo episodio è finito a giudizio il colombiano Mosquera Zabala, che avrebbe agito insieme ad un’altra persona mai identificata. Ad mettere nei guai madre e figlio è l’intercettazione di una conversazione telefonica, nel corso della quale commentarono l’esito del pestaggio. «Non sapevo nulla di quell’aggressione e all’inizio pensavo riguardasse il fratello del mio ex marito – ha affermato la donna -. Dopo il fatto, quando ne parlai al telefono con Michele, ero già stata informata dell’accaduto dal mio ex marito tramite messaggi whatsapp».

Lo Russo, che si è presentata in aula, per rispondere alle domande del pm Rosangelo Di Stefano, dopo una lunga serie di rinvii dovuti ad infortuni domestici, incidenti stradali e revoche del mandato agli avvocati, ha poi provato a ridisegnare il quadro dei rapporti familiari. «Sicuramente ho avuto delle colpe, ma è stato fatto passare il messaggio che io fossi il mostro e il mio ex marito la pecorella – sono state le sue parole -. Lui è una persona che non ha mai avuto il coraggio di fare il marito e il padre, è stato menefreghista, insofferente e mi ha inflitto maltrattamenti psicologici. Sua figlia mi ha picchiato due volte – ha detto Lo Russo in lacrime – senza che lui dicesse niente».
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