I profughi rifiutano gli aiuti e dormono bivaccando al palazzetto dello sport

Giovedì 16 Gennaio 2020 di Marco Agrusti
Profughi nei sotterranei del "Bronx", foto d'archivio
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PORDENONE - Non hanno accettato, senza riuscire peraltro a motivare la loro scelta, di far parte del progetto di recupero varato dal Comune all’indomani della chiusura del dormitorio di Porcia. Non hanno una casa, e solo rare volte vengono ospitati da alcuni conoscenti. Dormono, a turno, lungo il perimetro del palazzetto dello sport di via Interna, a Pordenone. Trovano riparo sulle scale esterne della struttura sportiva coperta più grande della città, oppure lungo le rampe protette dai piloni che reggono il palazzo, per trovare un riparo dal vento e dal freddo delle notti sottozero.

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Sono stati segnalati dai residenti del quartiere, ma anche la Croce rossa cittadina è a conoscenza della situazione. Loro sono alcuni richiedenti asilo fuori da ogni progetto, che “armati” di coperte di fortuna si sono stabiliti nei dintorni del palasport. 

L’EMERGENZA
Giovanni Antonaglia, numero uno della Croce rossa di Pordenone, ha confermato la presenza di stranieri all’addiaccio nei pressi del palasport di via Interna. «Le ultime segnalazioni di cui siamo in possesso - ha spiegato - arrivano proprio da quella zona. Si tratta di profughi che non hanno aderito al progetto messo in campo dal Comune e che la sera vengono da noi a rifornirsi di coperte. È capitato che le stesse poi siano sparite oppure rimosse dalle forze dell’ordine, così ci siamo preoccupati di riconsegnarle». E ora che di notte le temperature si abbassano sino a raggiungere quasi sempre valori negativi, la situazione si fa più difficile. 

Sino a prima di Natale, un altro richiedente asilo aveva trovato riparo nel dedalo di strade sotterranee che costituisce la viabilità del centro direzionale del Bronx. Alcuni residenti che vivono tra il corso e il complesso di edifici si sono preoccupati delle sue sorti e gli hanno portato viveri e coperte. 

LE REAZIONI
I giorni dell’emergenza bivacchi in città sono ormai alle spalle. Si tratta in questo caso di situazioni isolate e circostanziate, ma è il concetto di sicurezza caro all’amministrazione Ciriani ad essere tirato in ballo per cercare di risolvere anche quest’ultima situazione. «La legalità e il mantenimento della stessa - ha spiegato l’assessore alla Sicurezza, Emanuele Loperfido - sono concetti fondamentali. Dormire realizzando bivacchi all’aperto non si può, e fanno bene le forze dell’ordine ad intervenire. Il Comune sta dalla parte della legge e gli strumenti per aiutare queste persone ci sono già». 

Alcuni mesi fa erano stati segnalati altri bivacchi notturni nella zona dello stadio “Bottecchia”, tra via Candiani e via San Vito. Successivamente il Comune aveva ordinato una “ronda” notturna della polizia locale cittadina. I controlli, allora, avevano dato esito negativo lungo il perimetro pattugliato dagli agenti. 

Le situazioni circostanziate sono più difficili da scovare, ma le segnalazioni di cui è in possesso la Croce rossa testimoniano come esistano ancora delle sacche di emergenza in città.

I volontari si occupano della gestione delle urgenze e di fornire i beni di prima necessità; il Comune ha varato un progetto e le forze dell’ordine svolgono i controlli in base alle normative. Nulla si può fare, invece, per convincere i recalcitranti a farsi aiutare.

Ultimo aggiornamento: 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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