«Centro di Feltre vuoto»: l'ottico chiude il negozio per protesta

Mercoledì 15 Gennaio 2020 di Eleonora Scarton
L'ottico Paolo Fertonani durante lo "sciopero" contro la pedonalizzazione
FELTRE - “Sciopero. La morte del centro”. Dalle parole ai fatti. Ieri mattina, dalle 10.30 alle 12.30, Paolo Fertonani ha abbassato le serrande del suo negozio di ottica che si trova via XXXI ottobre e ha incrociato le braccia. L’obiettivo di questo gesto è subito chiaro: mandare un segnale forte che in centro non c’è gente e serve invertire la rotta, velocemente, prima che sia troppo tardi. 

LE CHIUSURE 
Uno sciopero contro la moria di negozi che sta caratterizzando il centro di Feltre, via XXXI ottobre e Largo Castaldi, soprattutto in questo finale d’anno. Il numero delle attività che ha abbassato definitivamente le serrande è elevato. Certamente spiccano l’ex Bar commercio, il Centro Tim, il negozio di scarpe a fianco dell’Oviesse, ma anche il piccolo negozio di vestiti che aveva aperto da poco a lato della stessa ottica, vicino all’isola pedonale non possiamo non ricordare lo storico Bazar di via Tezze. Ma queste sono solo alcune delle attività del centro cittadino che hanno abbassato le serrande. «È evidente che la chiusura del centro non è l’unica causa – afferma Fertonani -. Sono più fattori che concorrono ma che, messi insieme, portano a questa moria di attività. È necessario quindi dare un segnale per cercare di invertire la rotta». 

LO SCIOPERO
Porta chisa a chiave, braccia incrociate e cartelli su cui spiccano le parole “sciopero”, “lutto cittadino”, “morte del centro”. È facile parlare al bar, lamentarsi di come la situazione sta andando. Più difficile è agire. E Fertonani ha voluto farlo. «Ho voluto dare un segnale concreto chiudendo queste due ore in una giornata di mercato quando, in centro, c’è più gente – spiega Fertonani -. Non voglio fare polemica, voglio solo lavorare per mantenere la mia famiglia, i miei figli. Il centro, in quanto tale, è luogo di aggregazione. È il luogo in cui dovrebbe esserci più gente. In realtà oggi così non è. C’è poca gente che gira e i titolari o chiudono o rimangono immobili, senza assumere dipendenti perché il futuro è troppo incerto». Nel corso della mattinata diverse persone si sono fermate, anche diversi imprenditori, a parlare con l’ottico e hanno dimostrato la loro solidarietà. Nessuno dell’Amministrazione è passato per dare un segnale al negoziante.
Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci