Il Belluno calcio esonera De Agostini, sulla panchina arriva Diego Zanin I retroscena

Lunedì 13 Gennaio 2020
Il nuovo mister del Belluno calcio Diego Zanin

Svolta al Belluno calcio, club centenario e storica presenza nella serie D triveneta. La società ha esonerato Stefano De Agostini, tecnico friulano arrivato in estate, e sta per annunciare Diego Zanin.

Per il tecnico di Motta di Livenza è un ritorno nel club gialloblù, che lo aveva chiamato ad aprile 2019, in sostituzione di Roberto Vecchiato, per gestire le ultime due partite di campionato e gli spareggi salvezza dei playout. Missione compiuta, ma le trattative per la conferma non erano andate a buon fine. Ora il ritorno di fiamma, deciso dal presidente Alberto Lazzari e dal direttivo dopo il disastroso derby perso per 3-1, in casa, con gli storici rivali dell'Union Feltre. Mai prima di sabato i cugini avevano vinto in campionato allo stadio polisportivo e al termine proprio Lazzari aveva avuto uno sfogo contro la squadra, senza escludere l'allenatore: "Sono delusissimo, l'Union Feltre è più forte di noi e si può perdere, ma non in questo modo, senza combattere, senza reagire".

Erano i primi segnali della tempesta in arrivo. Domenica la decisione, oggi alle 14 Zanin si incontrerà con lo stesso presidente Lazzari e con Paolo Polzotto, amministratore delegato e sponsor con il marchio ItalLenti. Nella classifica del girone C (a 20 squadre) di serie D, il Belluno è al dodicesimo posto, a quota 27 punti dopo 21 giornate. Se il campionato finisse oggi, sarebbe salvo. Ma 1 punto sotto, c'è la zona playout. Evidentemente la dirigenza non vuole aspettare che la crisi si aggravi - la squadra ha incassato 7 gol nelle prime 2 partite del 2020: prima del 3-1 con Feltre, 4-1 ko a Este - non si fida più di De Agostini (a quanto pare incredulo e spiazzato dall'esonero) e quindi richiama Zanin. E mercoledì c'è il turno infrasettimanale a Tamai.

IL RETROSCENA 
Ore 22 di domenica sera, Alberto Lazzari chiama l'allenatore Stefano De Agostini e gli comunica l’esonero. A poco più di 24 ore dal ko nel derby col Feltre, senza alcuna avvisaglia: salvo e esonerato. «Non capisco - commenta oggi, lunedì mattina, l’ormai ex mister gialloblu - essere esonerato da salvo, non in zona retrocessione… Non so nemmeno io cosa dire, se non che abbiamo completato il derby: più di così non potevamo farglielo vincere al Feltre».
Un 1-3 fatale a questo punto. «L’ho rivisto, per 30’ non dico che si sia visto il miglior Belluno, ma quasi. Sicuramente un ottimo calcio, tanto che non meritavamo lo svantaggio. Se Benedetti non fosse scivolato… Poi effettivamente loro si sono compattati e hanno meritato. Mi secca però parlare del derby in queste dimensioni perché nessuno mi ha detto “Stefano, se lo perdi male…”. Nessuna avvisaglia, nessuna pressione. Nemmeno dopo le 4 sconfitte su 5 di novembre. D’altronde era chiaro che la difficoltà fosse oggettiva, che avevamo solo fuoriquota e un organico non all’altezza. Non un solo cambio che ci potesse far cambiare la partita; ad Adria (vittoria 3-1, ndr) è stato un miracolo del cuore. Avrei potuto capire se non avessimo fatto risultato nelle prossime due, con Tamai o Delta… Non so, davvero, cerco di darmi qualche spiegazione ma proprio non ci riesco».
La motivazione ufficiale?
«L’alternanza dei risultati, questo mi ha comunicato il presidente. Io so che l’obiettivo che mi era stato chiesto dal primo giorno a Belluno era la salvezza. E me ne vado da salvo».
Brucia? «Relativamente, perché so di aver dato tutto. So quante ore ho passato al telefono per fare la squadra non avendo un ds o un qualsiasi filtro con la società. Ho fatto tutto io e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile. Ero convinto di aver maturato un certo credito da parte della società, se poi basta una partita mi spiace, ma non starò qui a scervellarmi per chiedermi dove abbia sbagliato. Fa sorridere che in carriera abbia subito due esoneri: uno da terzo in classifica e uno da salvo, entrambi all’indomani di un derby. Alla Sambonifacese fui esonerato dopo il ko con la Vecomp, a -4 dalla vetta. Oggi dopo il ko con Feltre, a +2 sui playout».
E con la rosa appena appena adeguata. «Adesso che me la potevo godere… Rosa ampia e cambi, dopo i salti mortali. Ma non ci posso fare niente, ripeto: ho dato tutto quello che potevo, lavorando in una situazione non facile. Mi dà fastidio perché adesso davvero avremmo potuto lavorare al meglio, con Madiotto e Bellante, con i vecchi che hanno recuperato, con Bellanca. Con una squadra competitiva». Invece tocca a un altro. «Entrare in questa situazione è tanta roba, io personalmente non mai fatto un subentro del genere. In carriera ne ho fatti tre: due volte penultimo e una volta quartultimo. Una squadra che punta alla salvezza e da salva esonera il mister non l’avevo ancora vista». Un po’ brucia allora. «Non brucia, dispiace. Dispiace moltissimo non poter allenare più questi ragazzi, che in queste ore mi stanno dimostrando quanto bello fosse il nostro rapporto, hanno dato tutto insieme a me. Se penso a Salvadego che si è messo a fare l’ala; lui, ala… Mi spiace perché a Belluno stavo bene, ho conosciuto una bella città e persone di altissimo livello. Come i miei collaboratori, Tony Da Rold, Carla, Pastori e tanti altri.

Ma soprattutto loro, i ragazzi. Da oggi hanno un tifoso in più».

Ultimo aggiornamento: 11:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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