Mostra su Giovanni Battista Belzoni, bella, ma ora riportiamo il suo corpo a Padova

Venerdì 10 Gennaio 2020
La mostra "L'Egitto di Belzoni" a Padova
Caro Direttore,

perché Padova non deve tentare di riportare a casa il corpo di un suo cittadino illustre come Giovanni Battista Belzoni? 
Le scrivo, dopo aver visto la mostra promossa dal Comune di Padova, "L'Egitto di Belzoni" a 200 anni dalla morte del nostro grande iniziatore dell'egittologia, un padovano doc, un padovano di cui essere orgogliosi e fieri. La mostra è  stata aperta il 25 ottobre scorso e lo rimarrà fino al 28 giugno.  Una bella mostra, allestita in modo tale da attirare la curiosità anche di chi non si è mai interessato di questo specie di Indiana Jones ante litteram. 
Padova ha fatto bene a rendere omaggio a questo suo figlio. Già l'aveva fatto Bologna qualche anno fa. Ma Big Belzoni è nostro. È padovano e più padovano di uno che si chiamava Joani Bolzon, chi ci poteva essere? 
Ma il nostro conterraneo sta diventando nostro poco a poco. In vita era più al servizio degli inglesi che non dell'Italia ancora in pezzi dei primi dell'Ottocento. E infatti sono stati gli inglesi che nel passato remoto e anche prossimo l'anno più celebrato. La mostra di Padova, pur attraente, non dà conto a 360 gradi di Belzoni e di quanto questo gigante di 2,10 metri di altezza, è riuscito a mobilitare attorno a sè da 200 anni a questa parte. Sarebbe stato interessante farlo per renderlo più vicino a noi e a Padova. 

Lo scrivente e 13 amici, nel 2009, gli abbiamo ad esempio, reso omaggio, ripercorrendo in bici, in più di 20 giorni e per oltre 2000 km, i suoi viaggi e le sue scoperte! Nessun cenno nella mostra! Eppure abbiamo ripercorso in bici le strade di Belzoni, nei suoi vari viaggi, dal Cairo ad Abu Simbel, passando per l'oasi di Al Fayyum, attraversando tutto il deserto per arrivare a Berenice sul Mar Rosso e, aggiungendo a questa iniziativa, collateralmente anche una raccolta fondi per l'Ail e un gemellaggio tra l'ospedale oncologico di Padova e quello del Cairo. Non è stato forse anche questo un modo di attualizzare e far rivivere il Gigante Belzoni? 
E, come Belzoni è stato recuperato da Padova con questa mostra da non perdere, perché non mantenere vivo il suo spirito inquieto, errante, genialmente creativo, imprevedibile e sfidante con un'altra idea "Belzoniana" come impronta? 
Riportiamoci a casa le sue ossa, da oltre due secoli sepolte a due metri di profondità sulla via per Timbuctu! 

Ugo Silvello
Ultimo aggiornamento: 15:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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