La montagna sta "morendo", case e negozi in vendita a 1 euro per salvarla

Venerdì 10 Gennaio 2020 di Marco Agrusti
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PORDENONE - È iniziata una “crociata” per salvare la montagna. Un’unione di forze che prende vita a Pordenone ma si pone l’obiettivo di valicare i confini della provincia per dare una mano a tutta la fascia montana del Friuli Venezia Giulia. In regia c’è l’Ascom cittadina, che porta in dote una proposta concreta, da sottoporre ai sindaci e ai rappresentanti delle categorie: portare a un euro (o comunque a un prezzo “politico” e simbolico) l’acquisto di una proprietà immobiliare sfitta per favorire commercio e residenzialità nelle valli.

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Sindaci, Regione, associazioni di categoria. Tutti convocati dall’Ascom partendo da un piano, quello presentato dall’assessore regionale Stefano Zannier e riportato su queste pagine: il progetto della Regione finanzia con 800mila euro gli imprenditori al di sotto dei 41 anni che rileveranno o avviano imprese agricole o forestali nei comuni montani svantaggiati. Alberto Marchiori, leader dell’Ascom pordenonese, propone sostanzialmente di allargare i benefici del piano-Zannier anche ad altre categorie, che non siano quella forestale o agricola. «Un progetto a tutto campo - spiega - che faccia perno sulla locomotiva del turismo ma che allo stesso tempo riporti in montagna due fattori-chiave per allontanare lo spettro della desertificazione: l’artigianato (misto al commercio) e la residenzialità, quindi gli abitanti».

Il fulcro del piano è un’idea già messa in campo in altre zone d’Italia, cioè la concessione di attività o immobili a un prezzo “politico”. «A un euro», chiarisce Marchiori. «Pensiamo a negozi sfitti da concedere in comodato, oppure ad abitazioni da “vendere” a pochi euro per favorire il ritorno degli abitanti nelle valli. 

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LA STRATEGIA
«Molti Comuni - spiega Marchiori - sono proprietari di diverse locazioni, e sono loro in alcuni casi a poterle “smerciare” a un prezzo politico per dare il primo impulso. Poi ci vuole ovviamente una leva fiscale in grado di agevolare la permanenza di persone e attività in quota». Il tutto, poi, dovrebbe essere tenuto assieme da un collante: il turismo, l’unica arma per far vivere e lavorare chi sceglie di spostarsi (o di tornare) in valle. «E in questo senso la valorizzazione delle peculiarità tipiche di ciascuna valle e di ciascun paese - va ancora avanti Marchiori - devono essere le chiavi per realizzare eventi in grado di differenziarsi dal resto degli appuntamenti». 

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I PASSI
Prima stazione, il colloquio con i sindaci dei comuni montani svantaggiati. «Se non altro per ottenere una mappatura dei terreni e delle abitazioni sfitte». Ma il piano proposto da Marchiori va oltre: punta a coinvolgere la Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, Associazione nazionale costruttori. E ovviamente la Regione, cioè l’ente territoriale che potrebbe supportare economicamente almeno una parte del progetto. Senza l’appoggio del decisore politico non avrebbe senso neppure iniziare a parlare. 
Ieri, ad esempio, il presidente di Coldiretti Pordenone, Matteo Zolin, ha dato la sua disponibilità a sedersi a un tavolo. Lo stesso ha fatto Silvano Pascol, leader pordenonese di Confartigianato. Sono i primi vagiti del fare sistema di cui si sente tanto parlare.

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Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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