PADOVA - «I prossimi giorni potrebbero essere decisivi». Nicodemo Gentile, avvocato della famiglia di Samira, aspetta notizie dai carabinieri e intanto prova lui stesso a mettere assieme i tasselli del mistero di Stanghella. Il risultato è una lunga serie di domande a cui mancano però le rispettive risposte. Perché il marito Mohamed si è allontanato? Lo ha fatto da solo o con l’aiuto di un complice? Come ha viaggiato fino a Barcellona? E soprattutto, voleva arrivare in Marocco? Risolvere il caso sembra un’impresa, ma di una cosa l’avvocato è certo: «Le testimonianze di quell’uomo sono confusionarie e incongruenti. Quando verrà di nuovo sentito dai carabinieri dovrà dare molte spiegazioni. E forse sarebbe il caso di prevedere per lui un divieto di espatrio».
Samira El Attar, madre marocchina di una bimba di quattro anni, è scomprsa nel nulla lo scorso 21 ottobre. Oltre due mesi di ricerche con cani molecolari, ruspe e georadar non sono bastate a risolvere il giallo. La 43enne è sparita un lunedì mattina dopo aver accompagnato la figlioletta all’asilo. Inizialmente la Procura di Rovigo aveva aperto il fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti, ma ora il marito di 40 anni, Mohamed Barbri, bracciante agricolo attualmente disoccupato, risulta indagato per omicidio e occultamento di cadavere. «Non è vero che io sono geloso e non è vero che la controllavo. Io sono innamorato di lei e spero di trovarla» ripete lui, dopo aver raccolto sul fossato che costeggia la Statale 16 una scarpa, un portachiavi e un braccialetto giurando che appartenessero a Samira.
LA SVOLTA
Nell’ultima settimana lo scenario si è arricchito di nuovi elementi. Anzitutto l’arrivo in Italia della madre di Samira, Malika, per seguire da vicino le indagini e per prendersi cura della nipotina. Suocera e genero si sono incrociati, senza mai parlarsi approfonditamente guardandosi negli occhi. Poi, il 31 dicembre, l’improvviso allontanamento dello stesso Mohamed. La mattina di Capodanno è uscito dalla sua casa di Stanghella e non è più tornato.
«Questa sparizione è molto ma molto strana - proseguo l’avvocato Nicodemo -. Mohamed ha lasciato Stanghella, ma soprattutto ha lasciato la figlia a cui era legatissimo. Per fortuna la famiglia di Samira è una famiglia presente, radicata in Italia e solida dal punto di vista economico, che può prendersi cura della piccola. Ma resta da capire il perché del gesto di Mohamed. Io ho provato a ragionare anche ad ipotesi alternative alla morte violenta, ma faccio fatica a trovarle. Un incidente? No, avremmo ritrovato il corpo. Una scomparsa volontaria? No, la famiglia di Samira era molto affiatata e sapeva tutto. Difficile pensare che Samira avesse una vita intima e segreta. Sono convinto che le sia capitato qualcosa contro la sua volontà, ma le incongruenze nelle parole del marito restano. Ha raccontato che quel giorno doveva fare un colloquio di lavoro, ma Stanghella non è Shanghai. Possibile che nessuno si sia fatto avanti per raccontare che la stava aspettando? Mohamed mi pare un uomo in difficoltà emotiva, ma quando torna dovrà spiegare molte cose».