Cuneo fiscale, mille euro in più in busta paga nel 2021

Venerdì 3 Gennaio 2020 di Michele Di Branco
Cuneo fiscale, mille euro in più in busta paga

Uno sgravio fiscale medio da 500 euro in busta paga per 4,5 milioni di lavoratori dipendenti a partire dalla seconda metà di quest'anno. Che diventeranno mille nel 2021, quando il meccanismo entrerà definitivamente a regime. Il governo è al lavoro sul taglio del cuneo fiscale (il taglio delle tasse che pesano sulle buste paga dei lavoratori dipendenti), vale a dire la misura di politica economica più importante inserita in legge di Bilancio, se si esclude il mancato aumento di Iva e accise sulla benzina per 23,1 miliardi. Palazzo Chigi ha messo sul piatto 3 miliardi nel 2020, che saliranno a 5 dal prossimo per tagliare le tasse sul lavoro, istituendo il «Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti». «Da gennaio ci siederemo con le parti sociali per decidere come utilizzare al meglio queste risorse che abbiamo stanziato e poi per avviare un grande lavoro di riforma del sistema fiscale» aveva spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, alla fine del 2019. E i suoi collaboratori confermano che, entro poche settimane, i sindacati saranno convocati per avviare un confronto su questo delicato dossier. Una data, a questo proposito, non è ancora stata fissata ma si ipotizza un incontro nella seconda metà di questo mese. Lo schema di intervento, nelle sue linee generali, è già stato messo a punto. La maggior parte delle risorse stanziate in manovra, come ricordato andranno a vantaggio dei lavoratori con redditi compresi tra i 26.600 euro e 34-35 mila euro, tagliati fuori bonus Renzi, introdotto nel 2014. Questa platea di contribuenti incasseranno in media 80 euro in più al mese. Vale a dire, appunto, circa 500 euro in più nel 2020 e mille euro in più nel 2021

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L'ipotesi prevalente è che questi soldi vengano corrisposti mese per mese da luglio a dicembre, almeno quest'anno. Ma fonti alle prese con l'operazione non escludono che dall'anno successivo l'intero importo derivante da questo taglio del cuneo fiscale possa trasformarsi in una sorta di one shot da versare per intero in un'unica soluzione. Magari a Pasqua o a Natale, come se si trattasse di una tredicesima o quattordicesima-bis. Tecnicamente, viene spiegato, la cosa sarebbe possibile. Il secondo braccio dell'intervento riguarderà invece i circa 9,4 milioni di lavoratori, con redditi compresi tra gli 8.200 euro e i 26.600 euro, che attualmente prendono gli 80 euro introdotti dal governo Renzi. Per loro è prevista la trasformazione del bonus in detrazione fiscale. E a questi soldi potranno aggiungere anche una fetta residuale derivante dal taglio del cuneo fiscale. Quanti soldi in più riceveranno? Su questo punto fonti del Tesoro sono più prudenti. Si parla di un incremento complessivo, nel 2020, non superiore a 50-60 euro. Come a dire circa 10 euro aggiuntivi al mese. Che diventerebbero 20 euro a partire dal 2021. Una cifra che, aggiunta agli attuali 80 euro, porta lo sgravio totale a quota 100 euro al mese. 

Come a dire che, a regime, un lavoratore dipendente con un reddito di 24 mila euro che, con il bonus Renzi incassa 960 euro, potrebbe raggiungere quota 1.200 all'anno. I tecnici che lavorano sul dossier, tra l'altro, spiegano che la trasformazione del bonus Renzi in detrazione riguarderà solo i redditi più alti. Infatti tra gli 8.200 euro (al di sotto c'è la no-tax area) e i 15 mila euro la riforma sarebbe penalizzante per gli interessati in quanto aggiungendo le detrazioni da lavoro dipendente per carichi familiari l'imposizione si annullerebbe trasformando questi soggetti in incapienti impossibilitati a godere di alcuna detrazione. Un paradosso che verrà evitato. E, a proposito di incapienti, per quei 4 milioni di contribuenti sotto gli 8 mila euro l'anno, il taglio del cuneo fiscale non prevede alcun coinvolgimento. Si tratta di persone che, spiegano fonti di maggioranza, vengono già in gran parte tutelate dal Reddito di cittadinanza introdotto lo scorso anno. 
 

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