Bottega storica addio: i fratelli Lodoli staccano la spina, riparavano elettrodomestici da 53 anni

Sabato 21 Dicembre 2019 di Luca Bagnoli
Bottega storica addio: i fratelli Lodoli staccano la spina, riparavano elettrodomestici da 53 anni
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MESTRE (VENEZIA) - Nella piccola bottega in via Pasqualigo, alla vista del tablet con il quale raccogliere la loro storia, Luigino con un sorriso domanda: «Ma ci arriva così indietro quel coso»? Era difatti un lontano giorno di giugno del 1966, quando Carlo e Luigino Lodoli aprirono il negozio che da 53 anni ripara gli elettrodomestici della città. Una storia di lavoro che ieri ha terminato il suo corso. «Ho imparato il mestiere frequentando, di giorno, una ditta del settore racconta Luigino - e di sera padre Egidio, a Marghera. Poi abbiamo preso in affitto questo posto, che un tempo era diviso a metà da un muro, oltre il quale c'era una parrucchiera. Quando è andata via abbiamo chiesto alla titolare di affittarci tutto, ma lei ha rilanciato, proponendoci di comprare. Così abbiamo richiesto un mutuo decennale ed acquistato l'intero immobile, abbattendo il muro. Qualche anno più tardi, direttamente dalla Svizzera, anche Franco, il nostro fratello maggiore, è venuto a lavorare qui, ma all'inizio del nuovo millennio è andato in pensione».




MESTIERE IN EVOLUZIONE
Per più di mezzo secolo Carlo e Luigino hanno aggiustato lavatrici, lavastoviglie, frigo e forni elettrici. «Penso ai primi modelli ricorda Carlo avevano i manici e le rotelle. Adesso è tutta elettronica. Abbiamo dovuto aggiornarci di continuo, con il computer, oppure direttamente nelle fabbriche dei nostri sei marchi convenzionati. A Mestre, tra gli anni Ottanta e il Duemila, c'erano sette, otto attività come la nostra, ma oggi siamo l'unica, e da domani non ci sarà più nessuno. Dispiace chiudere confessa Carlo - ma non possiamo continuare in eterno», «altrimenti va a finire che moriamo qui dentro», lo interrompe scherzando Luigino. I fratelli Lodoli hanno ormai servito la terza generazione: oggi i nipoti, ieri i figli, e indietro fino ai genitori. «Una volta si lavorava con più serenità e semplicità spiega Luigino - anche se stavamo qui dieci, dodici ore al giorno, sabato compreso, e senza diventare ricchi, ma vivendo bene. Siamo in pensione da tanti anni, ma questa è la nostra vita, abbiamo fatto sempre e solo questo. Adesso sentiamo la stanchezza».

Carlo e Luigino hanno provato a chiedere in giro se qualcuno fosse interessato a proseguire, ma niente. Oggi l'immobile è in vendita. Alla fine, mentre stiamo per uscire, squilla il telefono del negozio. Luigino va a rispondere. «Pronto. Sì signora, mi ricordo di lei. Ma vede, abbiamo cessato l'attività. Questo è l'ultimo giorno». La signora mette giù. «Continuano a chiamare» dice Carlo rivolto al fratello, «non riagganciare più». Luigino posa la cornetta sul tavolo da lavoro.
Luca Bagnoli
Ultimo aggiornamento: 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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