Il sindaco Brugnaro: «Mose vergogna nazionale, ora diventi un orgoglio»

Domenica 15 Dicembre 2019 di Davide Scalzotto
Il sindaco Brugnaro: «Mose vergogna nazionale, ora diventi un orgoglio»
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Sindaco Luigi Brugnaro, ad un mese dall'acqua alta che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, a che punto siamo?
«La città si è rialzata, subito, con grande dignità. Venerdì il dipartimento della Protezione Civile ha approvato il piano dei primi interventi urgenti per il ripristino delle funzioni fondamentali della città, con un importo complessivo iniziale di 16,5 milioni di euro. Sono lavori che sta già realizzando il Comune assieme alle sue partecipate, intervenendo sulla viabilità e i trasporti acquei, sui sistemi di pompaggio, nelle scuole, nei musei, alla Fenice, per il verde, il trasporto dei rifiuti speciali e le pulizia straordinarie. Cantieri che sono già partiti. Ringrazio ancora il responsabile nazionale Angelo Borrelli e tutto il suo staff per il costante e continuo impegno a favore della città».
Venerdì 20 ci sarà un nuovo Comitatone, dopo quello del 26 novembre. Cosa chiederà il Comune?
«Erano due anni che aspettavamo il Comitatone. Il presidente Conte l'ha prontamente convocato dopo l'emergenza. I flussi di finanziamento per la legge Speciale per Venezia sono stati vergognosamente tagliati dal 2004 in poi. Prima il contributo dello Stato era mediamente di circa 143 milioni di euro l'anno, dal 2004 era stato drasticamente ridotto a 16, così si sono di fatto bloccate le manutenzioni. Abbiamo ufficialmente chiesto al Governo di ripristinare i finanziamenti alla Legge Speciale per Venezia. È evidente che bisogna destinare quella cifra di 150 milioni all'anno per i prossimi 10 anni. Solo in questo modo possiamo avere una visione strategica di lungo periodo che ci consenta di finire di realizzare l'impianto antincendio della città, un sistema fognario moderno, l'innalzamento delle rive anche con un sistema di sbarramento generale per impedire l'allagamento delle zone più basse della città antica e delle isole; finalmente poi saremo in grado di ricominciare a co-finanziare anche le necessarie ristrutturazioni delle abitazioni residenziali pubbliche e private».
Lei da tempo chiede con forza il coinvolgimento sul Mose, opera che sta mettendo in luce non poche ombre. Perché vuole essere coinvolto e in che modo?
«Serve una grande operazione trasparenza per mettere la città a conoscenza di tutto. Come sindaco ho chiesto di esserne il garante, ottenendo la convocazione periodica, su mia richiesta, in Prefettura di tutti gli attori e istituzioni interessati. La mia intenzione è di aggiornare poi mensilmente i cittadini dello stato di avanzamento dell'opera di cui verrò a conoscenza, di cosa è stato fatto volta per volta e di cosa ancora manca. È per questo che il 2 dicembre mi sono autoinvitato a vedere le operazioni di sollevamento a Malamocco. Ricordo che il Mose non sono solo le paratoie, ma un sistema complessivo di messa in sicurezza del territorio: il muretto e le pompe a Pellestrina, Burano, Sant'Erasmo, il rialzo delle rive, il mantenimento delle barene e tanti altri interventi puntuali nel territorio. Questi vanno fatti subito, prima del prossimo autunno».
Come vorrete essere coinvolti nella gestione futura del Mose? A cosa pensa? 
«Venezia è una città viva. Ogni qual volta ci sarà la necessità di alzare le paratoie per evitare che le acque eccezionalmente alte allaghino Venezia, si bloccherà l'accesso al Porto delle navi. Ma l'attività portuale è dentro la città, è uno dei cuori pulsanti. È evidente che nella gestione ci deve essere un ruolo importante per la Città Metropolitana, il Porto e il Comune che, ricordo, gestisce e finanzia ancora da solo il Centro Maree. A che soglia alzeremo le paratoie? Quando lo alzeremo? Cominciamo a fare le prove e le sperimentazioni, per essere pronti a prendere decisioni».
Lei ha incontrato il supercommissario del mose Elisabetta Spitz e Cincia Zincone, nuovo Provveditore alle opere pubblicghe. Che impressione ha avuto?
«Non posso dire alcunché sulle persone e devo essere fiducioso, non è una questione di nomi, ma di avere persone che come missione della vita si impegnino, da adesso in poi, a trasformare una eterna incompiuta, vergogna nazionale, in un'opera che potrebbe diventare un orgoglio dell'ingegneria italiana di fronte al mondo. Un grande onere, ma soprattutto anche un grande onore. Si finiscano subito i lavori che servono e da simbolo negativo il Mose potrà diventare il fulcro della Salvaguardia di Venezia dalle ripercussioni dei cambiamenti climatici».
Come giudica l'operato del Cvn finora, il caos di competenze e la gestione dei commissari?
«Da sempre guardo solo ai fatti. Purtroppo come Comune, finora non abbiamo toccato palla. Ma tiriamo una linea e guardiamo avanti, non al passato. Al giudizio penserà la giustizia italiana e soprattutto la storia»
Il Mose è programmato per funzionare decenni. E dopo? C'è un piano di salvaguardia che vada oltre il Mose, che ne sarà dell'opera? Ci pensa mai?
«Intanto finiamolo, come farebbe un buon padre di famiglia. Diamoci una mossa e mettiamolo in funzione. Concentriamoci nel completare le opere, avviare le sperimentazioni e andare a regime. Come Sindaco, e come Commissario per l'emergenza, sarà questo uno dei miei obiettivi principali. Dobbiamo prioritariamente dare certezza e tranquillità alla vita delle persone che vivono qui».
Cosa sta facendo il Comune sul tema Salvaguardia? Quali interventi sta attuando?
«Da troppi anni non si facevano più manutenzioni importanti. Pur con le esigue risorse ricavate efficientando la macchina comunale, la nostra amministrazione ha ricominciato opere di salvaguardia partendo dalla pulizia e dallo scavo dei rii, azione fondamentale per garantire la navigabilità e la vivibilità della città. Abbiamo continuato con la costruzione e la manutenzione della ancora parziale rete antincendio, ottenuto i Certificati Protezione Incendi per le molte scuole dove ancora mancavano. Abbiamo chiuso la vergogna del buco al Lido, ricostruito la sua pineta e avviato opere di manutenzione molto diffuse delle pavimentazioni e dei ponti in tutta la città, al Lido e nelle isole. Abbiamo avviato il restauro di tutte le unità libere del patrimonio residenziale pubblico e realizzato i relativi bandi pubblici per poterlo assegnare a giovani coppie e famiglie con figli. Ci siamo occupati della ristrutturazione di molti ponti, pontili e briccole nelle acque comunali di nostra competenza fino al lancio del Salone Nautico all'Arsenale per riportare prospettive di lavoro in centro. Tutto questo solo per citare qualche esempio».
Come spenderete i soldi rifinanziati di Legge speciale? E quanti sono esattamente, su quali interventi li metterete?
«Ho già anticipato che una parte dei soldi che abbiamo chiesto sia necessaria metterla direttamente a disposizione dei cittadini veneziani per permettere loro di ristrutturare quelle abitazioni, ovviamente non destinate ad attività ricettiva, che subiscono un deperimento maggiore dovuto alla salsedine. Gli extra-costi veneziani vanno dal 30 al 100% in più rispetto a qualsiasi altro centro storico italiano. É un gesto che vuole andare proprio nella direzione di dare un messaggio chiaro di sostegno a tutti coloro che a Venezia vivono e vogliono continuare a vivere».
Davide Scalzotto
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