Case Ater alle forze dell'ordine per scongiurare le occupazioni

Giovedì 12 Dicembre 2019 di Elisio Trevisan
Case Ater
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Carabinieri e poliziotti nelle case popolari. Non in missione ma ad abitarci. Perché, così, con un agente che vive nel condominio, sarà più difficile si verifichino occupazioni abusive. L’idea è del presidente dell’Ater Raffaele Speranzon, ed è la conseguenza naturale del percorso che ha avviato sin da quando a settembre del 2018 si è insediato alla guida dell’Azienda territoriale edilizia residenziale di Venezia: un percorso fatto di verifica approfondita della situazione dei quasi 12 mila alloggi popolari nel territorio della città metropolitana, di pianificazione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie e, di conseguenza, di reperimento dei fondi per poter fare i lavori in modo da ridurre sempre di più il numero di appartamenti indisponibili perché inagibili; e, ancora, verifiche delle situazioni familiari e delle reali condizioni economiche degli inquilini così da tutelare chi ha davvero bisogno e liberare le case dai furbetti. 
 Uno dei problemi da affrontare, collegato anch’esso alle condizioni degli stabili, è quello delle occupazioni abusive: gli interventi per liberare gli alloggi occupati da sbandati o da famiglie che non ne hanno comunque diritto si susseguono ma capita sovente che, liberato un appartamento, venga poco dopo occupato nuovamente perché non si può mettere le guardie giurate o l’esercito di fronte ad ogni entrata. Tra l’altro, visto il numero degli alloggi posseduti da Ater, servirebbe un intero esercito per essere sempre presenti ovunque. Se chi occupa, poi, è anche un criminale, tipo uno spacciatore o uno sfruttatore di prostitute, la faccenda si complica perché, oltre al degrado provocato da alloggi occupati ma privi delle condizioni di agibilità di base, si aggiunge quello legato ai comportamenti criminali che rendono la vita impossibile agli altri inquilini che sono in regola e hanno l’unica colpa di vivere in quei condomini. Per ora gli appartamenti individuati da Speranzon per ospitare le forze dell’ordine fanno parte delle quote di alloggi non erp aggiuntivi (ossia le unità non destinate agli affitti popolari), e per il momento di tratta di immobili nel centro storico. Questo, appunto, «al fine di aumentare la sicurezza in alcune zone e contrastare il rischio degrado che proviene dalle occupazioni abusive - spiega il presidente dell’Ater veneziana -. È ovvio che se in un condominio vivono degli agenti, gli occupanti ci pensano due volte prima di buttare giù una porta. E questo aiuterebbe a stare tranquilli anche gli altri residenti, tranquilli perché non si sentirebbero più in pericolo, e tranquilli perché i nuclei familiari con problemi relazionali e situazioni sociali difficoltose darebbero meno in escandescenze». Le prime assegnazioni in centro storico saranno una sorta di prova generale, perché se la cosa funzionerà, si potrà pensare di espanderla anche in terraferma e negli altri comuni della città metropolitana dove ci sono immobili dell’Ater e dove ci sono case erp (edilizia residenziale pubblica) e non erp, ossia popolari da un lato e residenziali dall’altro, da destinare ad esempio alle giovani coppie, ai lavoratori e via di seguito. «È intervenendo contemporaneamente su tutti i fronti aperti che possiamo sperare di migliorare la situazione e le condizioni di vita dei nostri inquilini, nonché evitare il più possibile gli abusi» spiega ancora Raffaele Speranzon che, contemporaneamente all’iniziativa con le forze dell’ordine, sta completando con i tecnici la conta dei danni subiti con l’acqua alta eccezionale del 12 novembre scorso e il relativo maltempo che ha colpito anche la terraferma: alle manutenzioni già programmate si dovranno aggiungere, infatti, gli interventi per ripristinare gli appartamenti e gli edifici colpiti da quella bufera: e si tratta di milioni di euro di danni tra richieste di aiuto risolvibili con manutenzioni ordinarie che possono essere effettuate direttamente dalle ditte del pronto intervento Ater, e problemi invece più pesanti per i quali bisogna progettare l’intervento, fare i relativi bandi di gara, e purtroppo passeranno mesi.
Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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