«Nuove case, sparisce il corridoio verde fra Carpenedo e Bissuola»

Mercoledì 11 Dicembre 2019 di Elisio Trevisan
«Nuove case, sparisce il corridoio verde fra Carpenedo e Bissuola»
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MESTRE - La nuova Variante al Piano degli Interventi (PI) cancella definitivamente il corridoio verde tra i parchi cittadini e occupa gli ultimi pezzi di terreno ancora agricolo e liberi da costruzioni. Per questo la Municipalità di Mestre centro ha votato contro la proposta di delibera numero 1023 “Variante al Piano degli Interventi relativa all’individuazione di ambiti soggetti a riprogettazione urbana”. L’attuale Piano degli Interventi, sottolinea la Municipalità, è scaduto a novembre e, per effetto di ciò, decadrà la zonizzazione delle aree. Invece di approfittarne per liberare più suolo possibile, il Comune presenta una Variante che «interessa solo 18 soggetti per un consumo massimo di suolo pari a 218 mila e 430 metri quadrati, quasi esclusivamente nella prima fascia urbana non ancora urbanizzata». 
 Per questo, secondo la Municipalità del centro che ha bocciato la Variante (con 14 voti dei 21 presenti), «risulta chiaramente in contrasto con la riduzione del consumo di suolo prevista dalla Legge regionale 14 del 2017».
L’aspetto più grave che emerge da questa Variante, per il parlamentino del centro, è che comprometterà definitivamente «la possibilità di creare “il corridoio verde” di collegamento ideale e quasi continuo tra il parco Albanese e il bosco di Carpenedo, e frazionerà irrimediabilmente l’area dedicata allo sviluppo degli impianti sportivi in località Cavergnaghi», oltretutto vanificando le previsioni di ampliamento del Parco di San Giuliano così come proposto dal piano direttorio dell’architetto Di Mambro e adottato dal Consiglio Comunale. 
Anche in base ai principi della Legge regionale 14 (Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo) e alle modifiche della Legge regionale 23 del 2004 (Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio), sarebbe stato, in definitiva, «preferibile riconvertire aree degradate e/o abbandonate, che non mancano in terraferma, invece che utilizzare terreno attualmente agricolo attraverso una Variante al Piano degli Interventi». E se si aggiunge il fatto che «la pratica dei continui cambi d’uso nel Comune di Venezia vede beneficiare a favore dell’uso residenziale solo pochi concittadini a scapito di uno sviluppo urbano equilibrato e di più ampio respiro», per la maggioranza della Municipalità «non si evince quale possa essere l’idea generale di sviluppo cittadino sia nel breve che nel lungo periodo».
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