Villorba, ladro picchia bambino: «Mio figlio ha rischiato, il ladro aveva un'arma»

Martedì 10 Dicembre 2019 di Lina Paronetto
Villorba, ladro picchia bambino: «Mio figlio ha rischiato, il ladro aveva un'arma»
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VILLORBA - Non è rabbiosa, non alza la voce. Dice di essere semmai amareggiata. E spaventata di fronte a gente che non ha più paura di niente. A parlare è la giovane mamma di Castrette scesa dall’auto, lunedì pomeriggio, per prendere il figlioletto all’asilo di Fontane. Questione di istanti. Il figlio maggiore di 12 anni ha preferito aspettarla in macchina. Un ladro ha mandato in frantumi il finestrino afferrando la borsetta, il ragazzino ha reagito, prendendosi botte e schiaffi a mani e braccia. Resistendo finché ha potuto.

Ladro schiaffeggia un bambino un genitore lo prende a pugni


Un papà ha sentito le urla, ha colpito il malvivente al fianco, gli ha fatto lasciare la borsa e l’ha costretto alla fuga. Che sentimento si prova il giorno dopo?
«Amarezza. Pensavo: non si è accorto del bambino. Una volta che ti accorgi del bambino, che tiene la borsa con tutta la sua forza, lasci perdere e vai via. Invece no, l’ha schiaffeggiato sulle braccia e sulle mani. Lui ha preso paura e ha mollato la borsa. Poi grazie a quel papà ho recuperato tutto, anche se purtroppo il ladro è scappato».
 
 Aveva notato quell’uomo?
«Sono scesa dalla macchina, l’ho chiusa, ho oltrepassato il cancello della scuola e lui ha parcheggiato accanto alla mia macchina. È sceso, si è guardato attorno, in quello è passata un’altra mamma. Ha finto di guardare il telefono, poi ha provato ad aprire la portiera e, visto che era chiusa, ha impugnato il punteruolo e ha spaccato il finestrino».
 Come mai suo figlio era rimasto in macchina?
«Non si sentiva bene, mi ha detto: “Non scendo, tanto mamma stai un minuto”. Con la scusa che mi ha aspettato in macchina ho lasciato la borsa sul sedile, altrimenti l’avrei portata con me. È stato bravo, ha avuto l’istinto di proteggere la borsa, ha pensato a tutte le cose che ci tengo dentro. E visto che non cedeva, l’altro l’ha picchiato. Incredibile arrivare a tanto. Sì, è questo che mi spaventa, siamo a un punto che la gente non ha più paura di niente. Io ho avuto anche i ladri in casa, in passato: ero in cucina, loro di sopra, sono entrati comunque, senza nessuna paura. Lunedì alla fine è andata bene, non è successo nulla di grave, niente più di quattro sberle sulle mani e sulle braccia. Peggio poteva andare al papà che è intervenuto per soccorrere mio figlio: ha dato due pugni sul fianco al ladro, ha tentato di trattenerlo, l’altro poteva usare il punteruolo per difendersi. Quel papà, che è stato un mito e che posso solo ringraziare, alla fine è stato fortunato. Poteva andare peggio».
Lei dall’interno della scuola si è resa conto di quello che stava succedendo?
«No, nulla. È stata questione di due o tre minuti. Quando sono uscita c’era ancora quel papà con il fiatone, mio figlio bianco come la morte e quattro cinque mamme che guardavano cos’era successo».
Il ladro era già scappato?
«Sì. Spero lo trovino, non sono cose che devono succedere. I furti nelle auto ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma se vedi che c’è un bambino, che tiene stretta la borsa e urla, devi lasciar perdere e andar via. Mio figlio non si è fatto male fisicamente, fortunatamente non l’hanno raggiunto neppure i frammenti del finestrino, ma il trauma dentro se lo porterà dietro per un po’».
Cosa si sente di dire alle altre mamme?
«Non lasciate niente in macchina, neanche una borsa vuota di plastica. Poi, come amministrazione della scuola e comitato di gestione, si sta provvedendo con Comune e forze dell’ordine alla messa in sicurezza della zona dell’uscita. A breve su questo ci sarà una riunione. Nel frattempo abbiamo inviato ai gruppi classe l’avviso di non lasciare più i bambini da soli in auto per un minuto».

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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