La domanda di un uomo forte è la naturale conseguenza di una politica debole

Domenica 8 Dicembre 2019
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Caro Direttore,
secondo i dati di un sondaggio, oltre il 60% (sessanta per cento) degli Italiani vorrebbe un uomo forte alla guida del Paese. Le sarei grato se aiutasse i miei concittadini a ricordare che l'uomo forte l'abbiamo già provato, più di una volta: uno è finito appeso per i piedi, un altro è andato a svernare in Tunisia e l'ultimo prometteva un milione di posti di lavoro, ma è finito ai servizi sociali a Cesano Boscone. Grazie, abbiamo già dato.


Paride Antoniazzi

Caro lettore,
mi dispiace: ma non posso convincere nessuno a mettere sullo stesso piano Mussolini con Craxi e Berlusconi. Mi perdonerà la franchezza: è una lettura partigiana e unilaterale della nostra storia che non posso accettare. Quanto alla crescente domanda di un uomo forte alla guida del Paese emersa dall'annuale indagine del Censis, a mio modesto parere non rivela l'esistenza tra gli italiani di pulsioni o nostalgie autoritarie. Esprime invece una forte domanda di una politica efficace ed efficiente. Che, come ci dimostrano anche le cronache governative di questi giorni, è largamente assente nel nostro Paese. La politica è anche esercizio del potere e capacità di decidere. Agitare lo spettro del tiranno ed evocare il Ventennio ogni volta che un leader politico, soprattutto se estraneo alla tradizione della sinistra, conquista consenso e prova a esercitare il proprio diritto a governare, è una pratica consolidata che ha finito con l'indebolire la nostra democrazia. La domanda dell'uomo forte è la naturale conseguenza di una politica debole, incapace di dare risposte ai bisogni delle persone e di leggere le dinamiche della società. Su questo bisogna riflettere. Senza cedere a letture semplicistiche del presente e del passato.
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