Restaurare casa a Venezia: ecco il bando, escluse le case per turisti

Domenica 8 Dicembre 2019 di Michele Fullin
Bando per restaurare casa a Venezia
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VENEZIA L'ultimo bando per il restauro degli immobili privati residenziali (leggi case) a Venezia fatto con i soldi della Legge Speciale risale al 2006 e si era concluso nel 2010. E già quello, da 16 milioni, era finanziato raschiando il fondo del barile, con i residui dei bandi effettuati fino a dieci anni prima. Poi, non c'è stato più niente, con la scusa che Venezia riceveva già i soldi per il Mose. Adesso però è il momento di ricominciare, per consentire ai veneziani di conservare i loro immobili e anche per far girare l'economia del settore edile, che a Venezia ha goduto per anni di questo carburante supplementare.

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Il sindaco Luigi Brugnaro ha anticipato in Comitatone l'intenzione di destinare allo scopo una parte dei fondi che arriveranno dallo Stato e ora se la sente di poterlo annunciare. «Ho già chiesto al Governo - ha detto Brugnaro - che una parte dei soldi che ci saranno dati vada ai privati per i restauri conservativi delle loro case. Bisogna ricominciare e poi continuare con il rifinanziamento della Legge, almeno nella forma stabilita dal Comitatone».
 
Il rifinanziamento a regime dei contribuiti di Legge Speciale anticipato in sede di Comitatone e la promessa di ulteriori finanziamenti strutturali che saranno inseriti dal governo consentirà quindi la ripresa dei contributi per il restauro ed il risanamento conservativo degli immobili privati, previsto esplicitamente come misura di salvaguardia della città dall'art. 6 della legge 798/1984. 
«Tale iniziativa - dicono dal Comune - costituirà una puntuale risposta alle esigenze della città antica e delle isole della laguna e segna un punto di svolta significativo considerando che, a parte un bando a cavallo del 2010, gli ultimi bandi risalivano ai primi anni 2000».
Prima del Mose, appunto.
NO LOCAZIONI TURISTICHELa misura sarà finalizzata esclusivamente all'edilizia residenziale al fine di coniugare le esigenze di salvaguardia del patrimonio immobiliare e di sostegno alla residenzialità. Ciò comporterà sia l'esclusione di benefici per coloro che utilizzano gli immobili per finalità di locazione turistica, sia una serie di vincoli per far sì che i contributi possano andare a beneficio di proprietari che effettivamente assumono impegni sul fronte del mantenimento della residenzialità.
È un altro segnale importante nella difficile lotta alla deregolamentazione del settore extralberghiero, dove viene considerato residenziale un immobili affittato ogni giorno a persone differenti. E molto raramente a cura del proprietario, che invece tende a rivolgersi a servizi che vanno dal check-in alle pulizie, fino alla gestione completa dell'immobile. Così, la città è diventata una sorta di albergo diffuso che si è introdotto nelle scale dei veneziani, con il disagio che ne consegue.
Anche al Governo è stato chiesto un intervento per limitare il fenomeno, che sta generando una distorsione del mercato immobiliare, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti coloro che dal turismo non guadagnano nulla. La sharing economy non è da demonizzare, ma va certamente regolamentata per mantenere la tipicità del tessuto sociale. Su questo anche l'Unesco è molto attento e sta studiando il fenomeno su scala globale.
GLI ALTRI FRONTISono in corso i lavori per la sistemazione di 168 appartamenti di proprietà comunale, cui si aggiunge al lavoro già svolto tra il 2015 e il 2017 su altri 91 alloggi. Secondo il piano dell'amministrazione comunale, entro il 2020 gli alloggi resi disponibili e assegnabili saliranno ad un numero di 257 appartamenti pari ad un impegno economico di 10 milioni 736mila euro.
Michele Fullin

Ultimo aggiornamento: 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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