Le parole anti-Euro di Borghi: Salvini dica chiaramente cosa ne pensa, ambiguità su questo tema non sono possibili

Sabato 7 Dicembre 2019
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Caro direttore,
forse sarò io che non capisco o mi sono perso qualche passaggio. Ma la Lega, a cui ho dato alcune volte il mio voto, è a favore dell’Euro o vuole uscire dalla moneta unica? L’altra sera ho ascoltato l’economista della Lega, Borghi, dire che finché erano al governo non si poteva parlare di uscita dall’euro, era proibito. Ma adesso si può. Cosa vuol dire: che Salvini pensa, se tornerà al governo, di rompere l’unione monetaria?

Luigi Pianon
Venezia

Caro lettore, 
da sempre nei partiti ci sono gli aspiranti eretici, quelli che amano andare controcorrente e distaccarsi dalla linea ufficiale. Talvolta lo fanno perché sono davvero convinti di ciò che dicono, altre volte per ritagliarsi uno spazio di notorietà. Di solito questi aspiranti grilli parlanti, se non esagerano nelle loro azioni di disturbo, vengono tollerati. Se invece superano, con le loro esternazioni, il livello di guardia, vengono progressivamente sospinti ai margini del partito. Se non addirittura espulsi. Mi sembra che con le ultime esternazioni di Claudio Borghi siamo arrivati esattamente a questo punto. Nel senso che per la Lega e il suo leader, Matteo Salvini, si impone una scelta. Far finta di nulla o derubricare le esternazioni anti-Euro come battute di nessun peso, non è più possibile. Borghi è stato a lungo presentato come una delle “mente economiche” del Carroccio e indicato come un consigliere ascoltato di Salvini che infatti lo ha fatto eleggere in Parlamento e messo a capo della commissione Bilancio della Camera.

La questione è dunque molto chiara: o le sue convinzioni anti-Euro sono, seppur con qualche distinguo, condivise da Salvini, è normale che Borghi vada ad esporle in tv e dovunque lo ritenga opportuno. Se invece sono posizioni isolate e in contrasto netto con la linea della Lega, deve essere chiaro a tutti e senza ombra di dubbio. Salvini non fa mistero di volere portare la Lega e se stesso alla guida del Paese. Ambizione del tutto legittima e, stando ai sondaggi, anche confortata dai numeri. Ma l’opinione pubblica, e in particolare chi guarda con interesse al Carroccio, deve sapere se andrà a votare un partito che considera l’Euro un punto fermo o no. Se vagheggia una Brexit all’italiana o se punta invece a ridiscutere dall’interno le regole del governo dell’Europa. Non sono materie su cui chi vuol governare un paese può permettersi ambiguità. Borghi è libero di pensarla come vuole e di sognare il ritorno alla lira. Ma Salvini ha il dovere di dire, con chiarezza, se le parole di Borghi rappresentano o meno anche il suo pensiero. Per storia e per statuto, nella Lega il dissenso non ha mai avuto grande spazio. Sarebbe quantomeno strano e poco credibile che lo trovasse su un tema strategico come l’Euro. 
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