Padova. Schiava sessuale del profugo: è giallo. Foto su Facebook a letto con l'aguzzino

Venerdì 6 Dicembre 2019 di Marco Aldighieri
Padova. Schiava sessuale del profugo: è giallo. Quei post Facebook della prigioniera
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TRIBANO (PADOVA) - Proseguono le indagini sul caso del profugo di Tribano, presunto stupratore di una ragazza della Repubblica Ceca di 22 anni. La vicenda presenta ancora molti punti oscuri. La Procura ha nominato un consulente tecnico per analizzare il telefono cellulare della giovane.

LA DIFESA «Ma quale violenza, la ragazza ci stava»

 

Mentre i legali di Peter Chiebuka, nigeriano di 26 anni (IL RITRATTO Griffe e Porsche: la bella vita di Peter), attraverso una memoria difensiva, consegnata al Gip Mariella Fino e al pubblico ministero Roberto Piccione, hanno portato alla luce una serie di particolari della vita privata della straniera con l'obiettivo di demolire la tesi accusatoria.

L'ingegnere Luigi Nicotera, esperto in campo informatico, ha avuto assegnato il compito da parte della Procura di analizzare il telefono cellulare della presunta vittima di stupro, sequestro di persona e rapina. I  carabinieri vogliono appurare dove la ragazza si trovava dal 18 al 30 novembre: il periodo nel quale sarebbe stata segregata nell'abitazione dei profughi, gestita dalla cooperativa Edeco, in via Mazzini a Tribano. I militari nei giorni scorsi hanno sentito anche i vicini di casa degli africani, e nessuno ha raccontato di avere visto in quegli undici giorni la giovane straniera. Intanto Peter Chiebuka da una cella del carcere Due Palazzi ha urlato la sua innocenza. «Ma quale violenza sessuale, lei era consenziente» ha giurato davanti al Gip durante l'interrogatorio di garanzia.
 
LA DIFESA
L'avvocato Marco Cinetto, difensore del richiedente asilo, ha effettuato una serie di indagini sulla presunta vittima, portando alla luce particolari della sua vita con l'intento di smantellare punto per punto tutti i capi d'imputazione. La ragazza, dai molteplici profili Facebook, il 26 novembre, giorno tra gli undici del presunto sequestro, ha postato una foto, un selfie, dove è immortalata distesa a letto con il giovane nigeriano: scatto accompagnato da una frase romantica in lingua inglese. Il giorno dopo, il 27 novembre, ha postato l'immagine del biglietto aereo per fare rientro a Praga. Per la difesa due prove essenziali, che dimostrerebbero come la ventiduenne non fosse in realtà sequestrata.

Poi c'è il post del 14 settembre, sempre di quest'anno, dove la ceca si è scagliata contro la popolazione africana dopo una delusione d'amore per la fine di una relazione con un uomo di colore. Ma la difesa punta soprattutto, su un volantino diramato dalle autorità della Repubblica Ceca il sei di marzo dell'anno scorso. La polizia di Praga stava cercando la ragazza, scappata dall'istituto per disabili e affetta da disturbi mentali. E poi quell'indicazione per tentare di trovarla: Cerca la compagnia di uomini della comunità africana. Insomma per la difesa di Peter, il profugo, la straniera avrebbe raccontato solo un mucchio di menzogne. 
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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