Dietrofront della preside, compra il presepe: «Ora stop alle polemiche»

Giovedì 5 Dicembre 2019 di Elena Filini
Dietrofront della preside, compra il presepe: «Ora stop alle polemiche»
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MOGLIANO - Martedì alla fine il presepe ha fatto il suo ingresso nella scuola primaria Marco Polo di Mogliano. Ma non sono stati il presidente del quartiere e neppure l'assessore a portarlo. «Io stessa ho fatto dono di un presepe a Zerman - informa la dirigente Daniela De Salvatore - spero adesso che questa inutile strumentalizzazione si chiuda qui». Se il problema, insomma, è il semplice oggetto, l'oggetto è arrivato. Aggiunge la De Salvatore: «Il presepe è un simbolo di pace. Ma non avere un presepe non significa non festeggiare il Natale della tradizione. Le docenti hanno scelto di attivare una programmazione alternativa che verteva anche sul significato della tradizione e del presepe. Avere o meno fisicamente il manufatto era incidentale, ma oggettivamente era il caso di chiudere questa pagina davvero poco edificante».
LA DECISIONE
Quindi ecco il presepe, arrivato a scuola per iniziativa della stessa dirigente in aperta polemica con l'assessore alle tradizioni Enrico Maria Pavan e con le «indubbie ed evitabili strumentalizzazioni», sottolineate anche dalle famiglie, che hanno fatto quadrato intorno alla scuola e alle maestre. Ma l'assessore Pavan esulta comunque e diffonde un comunicato in cui dice: «Apprendo con grande gioia che la preside oggi abbia allestito il presepe all'interno della scuola Marco Polo di Zerman. Sono contento che la professionalità delle maestre e della preside di un eccellente scuola moglianese abbia potuto mettere fine si malumori che l'iniziale scelta aveva creato». E poi fa i migliori auguri di un «Natale con il Presepe per preservare le tradizioni che esso implica». Commenta anche il sindaco Davide Bortolato, che ieri aveva invitato le famiglie e le maestre a fare «un passo avanti» verso la risoluzione della polemica e ad accogliere nel plesso il presepe: «Ho fatto le scuole a Zerman e il presepe si è sempre fatto. Quando è stata presa la decisione io stesso ho ricevuto telefonate dal quartiere e da genitori dispiaciuti, per cui credo che l'assessore Pavan abbia fatto bene a difendere la tradizione».
I GENITORI
Le famiglie però avevano preso posizione contro le ingerenze del Comune con un chiaro comunicato d'appoggio all'operato di docenti e dirigente: «No alle strumentalizzazioni. Noi stiamo dalla parte delle maestre. In un clima di armonia e sereno confronto si è unanimi nel comprendere e appoggiare una scelta neutra, non arbitraria e soprattutto non derivante da alcuna posizione religiosa e politica. È stato montato un caso mediatico con una bieca strumentalizzazione e offese mai giustificate in una società civile» hanno voluto sottolineare i genitori. Non che il presepe mancasse comunque nella frazione: le scuole dell'infanzia ne hanno allestito uno enorme all'aperto. Ora c'è anche quello interno alle Marco Polo. La vicenda, i suoi risvolti e l'attenzione mediatica - dal post di Matteo Salvini all'arrivo della troupe Mediaset - hanno secondo la preside avuto ripercussioni pesanti sulla serenità dei bambini. «Una polemica davvero inutile - aveva commentato l'ex vicesindaco Daniele Ceschin - fatta, per di più, in un plesso in cui fatichiamo e non poco a far partire le prime classi e che rischia di essere danneggiato da tutto questo can-can. L'assessore si è permesso una pesante ingerenza. Il sindaco dovrebbe riconsiderare il suo ruolo» conclude.
LA CURIA
Che il presepe non sia un pretesto divisivo ma un simbolo vero di spirito cristiano è anche l'augurio del vescovo Michele Tomasi: «Auguro a chi fa il presepio di poterlo fare nello spirito dell'incontro con l'umanità, con i piccoli e i poveri. Il Papa parla di un invito a toccare la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione, parla di un appello a incontrarlo e a servirlo nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi. A me dispiace quando questo segno profondo della mia fede non viene accolto, ma bisogna accettare le scelte degli altri. A chi non fa il presepe conclude il vescovo - auguro di poter comunque incontrare l'umanità e di mettersi al servizio delle persone che eventualmente ci sono affidate, nei diversi compiti e ruoli che ciascuno vive».
Elena Filini

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