Juventus-Sassuolo. L'esordio indimenticabile di Turati, 18 anni e stop a CR7. «Ora telefono a mamma»

Domenica 1 Dicembre 2019 di Alberto Mauro
Stefano Turati
Le grandi carriere spesso iniziano così, un po’ per caso. Nel ’95 a Parma, senza l’indisponibile Bucci, Scala dalla Primavera lanciò Buffon titolare contro il Milan invece del secondo Nista. Oggi in A ha debuttato Stefano Turati, classe 2001, vista l’assenza Consigli e Pegolo. Ieri De Zerbi aveva ancora dei dubbi: «Dovrà scegliere tra Russo e Turati» (entrambi portieri della Primavera), oggi probabilmente ha capito di aver fatto la scelta giusta.
Nessuna incertezza per Stefano Turati, la vera rivelazione di un Sassuolo all’altezza della Juve, lanciatissimo da Boga e Caputo. Una generazione intera di differenza rispetto a Buffon, 23 anni di età: quando Buffon fece il suo debutto con la maglia della Juventus nel 2001, Stefano Turati non era ancora nato. Tutto il resto è storia di oggi, dalle parate decisive sulla punizione velenosa di Ronaldo, il tiro di Higuain, la conclusione ravvicinata di Ramsey e la botta quasi a colpo sicuro di Dybala, sfiorata col le dita quel tanto che è bastato per accompagnarla sopra la traversa. A fine partita i complimenti di Buffon (
«Sei stato bravissimo») e l’abbraccio di tutti i compagni, per un pomeriggio da incorniciare. Il primo, probabilmente di una lunga serie in A, affrontare Ronaldo a 18 anni non è da tutti. De Zerbi lo osserva da mesi, Turati è aggregato alla prima squadra da sei partite, senza però aver mai giocato. Questa sera sarà l’ultimo a prendere sonno. «Fino all’altro ieri Buffon lo vedevo in tv, averlo di fronte di persona è stata una grande emozione. Ho saputo di giocare l’altro ieri - racconta Turati a caldo -, dopo il problema di Consigli. La parata più difficile? Quella sulla punizione di Ronaldo, su Dybala invece tutto istinto». Poi via di corsa negli spogliatoi. «Chi chiamo per prima? Mia mamma. Non so se domani vado a scuola».
Ultimo aggiornamento: 16:00
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