Dallo ius soli alla Ue: bisogna saper accettare le idee diverse, non pensare di avere il monopolio della verità

Sabato 30 Novembre 2019
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Caro direttore, 
leggo lettere di lettori, a mio modo di vedere farneticanti. I loro autori parlano della sinistra, quale pericolo catastrofico imminente. Non è chiara la connessione logica dei loro argomenti, ancor meno chiari sono i loro presupposti. In compenso, dimostrano, loro, di non avere idee chiare. Per fare degli esempi, c'è chi dà lo ius soli come ingiusto, a priori. Per quanto posso vedere, negare lo ius soli è solo creare delle ingiuste discriminazioni e delle ridicole complicazioni. Non credo ci sia bisogno di spiegare perché, però, se a qualcuno ciò fosse necessario, eventualmente me ne occuperò con una lettera successiva. C'è addirittura chi condanna la democrazia come una cosa inutile, se non dannosa. Addirittura, si parla di gente che prenda ordini dall'Ue o da altri paesi europei. Non so se ciò sia voglia di mistificazione. Si deve riconoscere, però, che potrebbe trattarsi di un'ignoranza vera, da gente che parla di politica senza neppure conoscere il funzionamento delle istituzioni, cosa indegna di cittadini che sono legittimati al voto. Che senso ha? Perché dire cose che non si sanno? E importante osservare che queste persone lamentano odiatori e difendono a spada tratta Salvini, secondo una supina e cieca fedeltà. Intendiamoci : essere degli ignoranti, non è proibito. Tenere la propria intelligenza a riposo, nemmeno. Non ha senso, però, lamentarne le conseguenze e criticare chi non si adagia su luoghi comuni, sulle cose solo dette e non rinuncia a ragionare con la propria testa.

Antonio Sinigaglia 
Selvazzano Dentro ( Pd)


Caro lettore, 
lei mette molta carne al fuoco. Mi permetta di partire dallo ius soli. I numerosi sondaggi che sono stati fatti negli ultimi mesi in Italia su questo argomento hanno dato risultati discordanti. Ci dicono che se non esiste una maggioranza rilevante di italiani contrari allo ius soli, non ne esiste però neppure una di chiaramente favorevoli. Diciamo che una buona parte dei nostri concittadini è perplessa o incerta sull'opportunità di introdurre questa misura nella nostra legislazione. Tutta gente ignorante, che farnetica o tiene l'intelligenza a riposo? Mi pare impossibile. E voglio credere lo sia anche per lei. Forse la realtà è un'altra. Il mondo non si divide, banalmente, fra intelligenti e stupidi. E non esiste neppure un unico senso del giusto e del bene. Al netto di qualche frangia di estremisti e di fanatici, le nostre comunità sono composte da persone che per cultura e convinzioni, condizioni reali di vita e storia personale, hanno una percezione diversa, per esempio, della tema immigrazione e un'idea differente delle modalità con cui questo fenomeno va affrontato e gestito. Bisogna capirlo e accettarlo. Senza distribuire patenti di intelligenza a destra e manca. Viviamo in un mondo fluido e in rapido cambiamento. Le dighe rassicuranti delle ideologie sono crollate. Sostituirle con visioni unilaterali e certezze granitiche; ritenere di avere il monopolio della verità e mostrarsi indisponibili a valutare le ragioni dell'altro, può essere consolatorio. Perchè ci fa sentire dalla parte del giusto e del vero. Ma non aiuta a capire cosa sta davvero accadendo intorno a noi. 
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