Polemica Teatro Stabile, ecco le cifre: «A Natalino Balasso 300mila euro»

Martedì 26 Novembre 2019
Polemica Teatro Stabile, ecco le cifre: «A Natalino Balasso 300mila euro»
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Non che prima d'ora Giampiero Beltotto e Natalino Balasso fossero andati molto per il sottile. Ma adesso volano gli stracci fra il presidente del Teatro Stabile del Veneto e l'attore originario di Porto Tolle. Aggiungendo un quarto atto a quello che potrebbe sembrare il copione di una baruffa da palcoscenico, e che invece è ormai una guerra mediatica combattuta a colpi di comunicati e post, ieri i vertici del Tsv hanno deciso di rispondere alla contro-replica del comico, divulgandone i compensi ottenuti in passato: oltre 300mila euro, si legge nella nota, che tuttavia non specifica quali siano gli importi erogati ad altri artisti di pari livello.
 
GLI EMOLUMENTIBalasso aveva rivendicato il merito di far fruttare al committente pubblico molto più di quanto percepito: «A fronte di quei 200 euro netti a giornata, il Verdi di Padova, per fare un esempio, incassava 15-20.000 euro al giorno». Parole bollate dall'istituzione presieduta da Beltotto, però, come «stupefacenti dichiarazioni». Al riguardo vengono snocciolati gli importi totali: «Tra la stagione 2015/16 e la stagione 2017/18, complessivamente il signor Natalino Balasso ha percepito 308.965,14 euro (iva compresa). Di questi, 256.165,14 euro (iva compresa) sono stati corrisposti al signor Natalino Balasso come scritturato dello Stabile del Veneto e 52.800,00 euro come cachet versato alla società Teatria srl». Quest'ultima è la società che gestisce le produzioni teatrali e video del polesano, della cui retribuzione il Tsv dettaglia pure la ripartizione, dopo che lui stesso aveva rimarcato di aver rinunciato a una parte del cachet per darlo alla sua compagnia: «Il compenso personale del signor Natalino Balasso è così suddiviso: 134.203,61 euro (iva compresa) per la sua partecipazione ai due spettacoli de La cattivissima e 121.961,53 euro per la sua partecipazione allo spettacolo Smith and Wesson».
Chissà se il polesano si infurierà di più per la seconda t aggiunta alla sua Cativissima, o per le successive puntualizzazioni dell'istituzione guidata da Beltotto. Per esempio: «Nel corso di una stagione va precisato che, oltre ai dipendenti impiegati, il Teatro Stabile del Veneto scrittura mediamente più di 200 artisti, tecnici e maestranze specializzate del settore e investe in spettacoli, prodotti e ospitati, oltre il 50% del proprio bilancio». Oppure: «Per la formazione dei futuri attori il Teatro Stabile del Veneto investe circa un milione di euro all'anno grazie anche al progetto TeSeO». Ancora: «In merito agli incassi delle stagioni, gli spettacoli prodotti dallo Stabile con il signor Natalino Balasso risultano essere soltanto all'ottavo posto». Ricordando che il Cda opera gratuitamente, viene infine definita «fantasiosa, falsa e strumentale» la ricostruzione di Balasso sui costi dei costumi. 
Ma intanto le polemiche montano anche nella platea social. Ha raggiunto le 500 condivisioni la richiesta di dimissioni di Beltotto avanzata da Jacopo Berti, capogruppo regionale del M5s: «Quanto denunciato da Balasso emana il cattivo odore della censura di regime».
L'ALTRO FRONTEIntanto, oltre al caso Balasso rimane aperta anche la singolar tenzone tra il Teatro Stabile e gli oltre cento firmatari della lettera aperta contro lo Stabile per lo spettacolo sul 1919 di Marcello Veneziani a Padova all'inizio di novembre. «Volevamo un chiarimento dicono e ci è stata data una risposta ideologica che fa il paio con quanto detto dal presidente Beltotto alla presentazione della stagione del Del Monaco a Treviso: Basta intellettuali, veniamo da decenni di occupazione culturale marxista. Ora dopo tutto questo abbiamo ricevuto una lettera nella quale i vertici affermano: Non vi nascondiamo - scrive il direttore Massimo Ongaro insieme ad alcuni dipendenti - che la vostra missiva ci ha lasciato sconcertati. Non censurate, ma contestate senza argomenti. In tutta franchezza e serenità, la richiesta di entrare nel merito dei contenuti rappresenta un maldestro tentativo di intimidazione che ovviamente respingiamo con fermezza».
A.Pe. - P.N.D.

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