Elisabetta Trenta, casa di servizio dell'ex ministro al marito. Di Maio: «La lasci subito»

Domenica 17 Novembre 2019
Elisabetta Trenta, casa di servizio dell'ex ministro al marito. Di Maio: «La lasci subito»

Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa nell'esecutivo gialloverde, vive ancora nell'alloggio «di servizio» che le era stato assegnato quando era al governo e scoppia subito una bufera politica. Tutti, anche il suo partito, i Cinque Stelle, le chiedono di lasciare l'appartamento. Ma lei tiene il punto, spiegando che la casa è stata riassegnata al marito, militare, avendone pieno diritto, in osservanza di ogni regola.

«Penso che sicuramente il marito avrà diritto a quell'alloggio. Ma è opportuno che in questo momento la ministra, dopo aver avuto tre mesi di tempo per lasciarlo, lasci quell'alloggio. Poi il marito farà la richiesta per ottenere
l'alloggio come tutti gli ufficiali dell'Esercito seguendo la normale graduatoria. E' la cosa più corretta da fare», ha commentato il leader 5 stelle, Luigi Di Maio parlando della vicenda rivelata dal Corriere della Sera.

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Ovviamente sono i partiti dell'opposizione di centrodestra i più duri ad attaccarla.

Maurizio Gasparri trae spunto da questa vicenda per definire i pentastellati «moralisti "un tanto al chilo" bugiardi ed ipocriti». Anche un'altra esponente azzurra, Licia Ronzulli, parla di «doppia morale grillina». «Urlano "onestà" ma pensano solo a occupare le poltrone e, a quanto pare, gli appartamenti di servizio». accusa la senatrice di Forza Italia. «I privilegi sono 'di casà per i grillini», è il commento sarcastico di Fratelli d'Italia. Irritato anche il Pd: il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci chiede all'ex ministra di chiarire «velocemente» e annuncia una interrogazione urgente.

 
 


Infine la presa di distanza che fa più rumore, quella del suo partito che, per voce di Stefano Buffagni, le chiede
esplicitamente di lasciare l'appartamento. «Ho letto stamattina la notizia dell'ex Ministro Trenta sull'immobile di pregio assegnato al marito, in cui vive. Ho altresì letto - sottolinea il viceministro allo Sviluppo economico - la risposta dell'ex Ministro Trenta: formalmente pare anche ineccepibile, ma non è da 5 stelle! Noi siamo nati con un'altra missione, stare nei palazzi rischia sempre di contaminarci, di cambiarci ed è contro questa "droga" che dobbiamo tenere alta l'attenzione». «Non sono mai stato un giustizialista - prosegue Buffagni - e capisco che durante il mandato possano nascere esigenze funzionali. Ma se fosse stato uno del Pd o uno della Lega ad assegnare al marito una casa di quel genere da tenere anche dopo il mandato cosa avremmo detto?». 

Trenta spiega di non aver lasciato l'appartamento in quanto è stata la stessa amministrazione a riassegnarlo al marito che, avendo «un incarico di prima fascia» ha diritto all'assegnazione «di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato». Andare in un altro, specifica Trenta, avrebbe peraltro aggravato di ulteriori spese l'amministrazione, quelle del trasloco ad asempio. «Da ministro - spiega - ho chiesto l'alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza. L'alloggio è stato assegnato ad aprire 2019, seguendo l'opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio. Quando ho lasciato l'incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l'appartamento;termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019)».

«Come è noto, mio marito è ufficiale dell'Esercito Italiano - afferma ancora Trenta - con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l'assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato (infatti a me non era stato concesso un alloggio ASIR - cosiddetto di rappresentanza - ma un alloggio ASI di prima fascia. Pertanto, avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici sull'amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, etc.), è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura di cui sopra». Spiegazioni che però non hanno convinto nemmenmo i 5 stelle.


 

Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 12:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA