Concorso di idee del Comune: «Un nuovo "ponte della Libertà" per Venezia»

Domenica 3 Novembre 2019 di Michele Fullin
Concorso di idee del Comune: «Un nuovo "ponte della Libertà" per Venezia»
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Il ponte dei Sospiri del terzo millennio non è più quello attraverso il quale i processati passavano per essere rinchiusi nei Piombi o nei Pozzi della Serenissima. Quello è ormai roba per turisti, il soggetto di migliaia di istantanee scattate con gli smartphone di ospiti che di Venezia vedono solo quello e piazza San Marco prima di ripartire.Il vero ponte che fa sospirare e, talvolta, imprecare è quello automobilistico, l'unica strada che collega Venezia alla terraferma. Quello che il poeta Mario Stefani celebrava nei suoi versi, di ispirazione britannica Se Venezia non avesse il ponte l'Europa sarebbe un'isola. Mai come in questi anni e in questi giorni l'Europa sembra un'isola. Basta un ponte festivo come quello di questi giorni, una motocicletta che scivola sulle rotaie del tram, o il tram stesso che si blocca (eventualità non tanto rara) e non ci si muove più: turisti e residenti. E per fortuna da anni il traffico di camion diretti in Grecia e in Turchia risparmia questa strada, poiché il terminal dei traghetti è stato spostato nella vicina Fusina. Tuttavia, secondo dati di Veneto Strade, ci passano sopra mediamente 1.300 vetture ogni ora.

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PONTE AL LIMITE
È in giorni come questi che vengono fuori le ipotesi più curiose: in passato si parlò di metropolitana sublagunare, poi di una cabinovia translagunare, poi di una navetta ferroviaria tra Mestre e Venezia, perfino di una linea di navigazione parallela per Venezia.
Perché allora non fare un nuovo ponte, che affianchi quelli esistenti (il ferroviario costruito dagli Asburgo prima dei moti del 48 e l'automobilistico del 1933 voluto da Mussolini e realizzato in soli due anni dall'ingegnere veneziano Eugenio Miozzi)? Questo disegno degno dei futuristi arriva dall'assessore comunale alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso. Per lui è arrivato il momento di una nuova grande opera che possa sgravare l'intasato ponte, costruito con lungimiranza a quattro corsie e che oggi ospita anche una pista ciclabile e le rotaie del tram.
Ora, per Boraso, il momento è maturo per ragionare sul raddoppio e bandire un concorso internazionale di idee anche in vista del traguardo delle 2026, quando in Veneto ci saranno le Olimpiadi invernali e chi verrà a Cortina vorrà anche visitare Venezia.
POLITICI, BATTETE UN COLPO
«Questa situazione si potrebbe risolvere solo se avessimo una classe politica nazionale in grado di chiedere un nuovo ponte a fianco di quello esistente, che sarebbe dedicato agli aventi diritto, cioè i mezzi pubblici, i residenti e i pendolari con il tram che avrebbe finalmente la sua corsia dedicata. A fianco ci sarebbe una struttura nuova con una grande pista ciclabile e una strada che entri direttamente al Tronchetto e alla Marittima. Questo significherebbe dividere il traffico turistico (garage del Tronchetto, crociere, ferry boat per il Lido) e quello commerciale (i mercati all'ingrosso dell'ortofrutta e del pesce oltre alle forniture per la città) da quello residenziale e dal trasporto pubblico locale».
FONDI BLOCCATI IN REGIONE
Si tratta di un'opera che costerebbe decine di milioni e che ovviamente il Comune non potrebbe realizzare.
«Ovviamente - prosegue Boraso - ci vorrebbe una classe politica nazionale e regionale, con Anas o Veneto Strade in grado di raccogliere un finanziamento per realizzare una grande opera. Il traguardo temporale potrebbe essere quello delle Olimpiadi di Cortina, l'occasione per la politica di svegliarsi dal torpore. Lo sa che ci sono 250 milioni bloccati per l'adeguamento della Romea tra Chioggia e Venezia? C'è gente che muore sulla Romea a causa della mancata messa in sicurezza. L'ex ministro Toninelli aveva bloccato tutto, ma nessuno è intervenuto a riaprire i giochi».
Ma ci sarebbe un'altra partita.
«Esiste poi una cassaforte regionale di 600 milioni di euro - aggiunge l'assessore veneziano - che sono fermi in cassa a Cav, la concessionaria autostradale ex Venezia-Padova che gestisce il Passante di Mestre. Non se ne parla mai, ma è giusto saperlo. L'ex Venezia-Padova ha oggi in cassa 600 milioni non spesi per opere pubbliche da realizzare nel nostro Veneto. A proposito di autonomia... Sto parlando di soldi pubblici, perché il 51 per cento di Cav è di Anas, cioè lo Stato, e il resto è della Regione Veneto. Il nostro ponte è nato come strada statale, dovrebbe esserlo anche il raddoppio».
IL TRAGUARDO OLIMPICO
«Io ho un sogno, un nuovo ponte perché dal 1933 il mondo è cambiato, o è scandaloso affermarlo? Approfittiamo del traguardo delle Olimpiadi del 2026 - conclude Boraso - quando ci sarà la possibilità di fare qualche investimento, approfittiamo di tutti questi fondi fermi in Veneto per le infrastrutture. Il Comune non può che lanciare un concorso di idee, non ha le risorse per fare l'opera, ma questo fa parte della visione di una Venezia adeguata a quello che il mondo sarà nel 2030».
Michele Fullin
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Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 13:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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