Renzi all'attacco, Di Maio e il Pd blindano Giuseppe Conte: «O lui, o il voto»

Sabato 2 Novembre 2019
Renzi all'attacco, Di Maio e il Pd blindano il premier Conte: «O lui o il voto»

Nel giorno in cui la legge di bilancio riceve la bollinatura della Ragioneria dello Stato e sale al Quirinale per poi approdare alle Camere, volano gli stracci in maggioranza. Non solo sulle misure della manovra, da ultime la plastic tax e le tasse sulle auto aziendali, ma intorno alla figura del premier Giuseppe Conte. «La legislatura arriverà a scadenza naturale» con Conte o senza, «dipende da come funziona il governo» è la frase, sibillina, di Matteo Renzi che fa inferocire M5S e Pd, che blindano il premier e avvertono l'ex premier: o avanti con Conte bis o si va al voto.

Il leader di Iv contrattacca: l'«autogol» al governo e un «regalo» a Salvini li fanno chi mette le tasse, non chi vuole toglierle.

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«Questa manovra -prosegue M5S- che il Parlamento ha il diritto di migliorare, è stata scritta grazie al confronto leale e sereno tra le forze politiche che fanno parte di questa maggioranza. La lealtà deve continuare a essere il punto fondante dell'azione politica di questo governo, anche attraverso un confronto franco e acceso, ma che si basi sui temi e non sui giochi di palazzo. Ogni tanto ci ritroviamo a leggere interviste o retroscena che trasmettono agli italiani un messaggio ambiguo. Che ricorda tanto la Prima Repubblica. I giochini di palazzo, appartenenti alla vecchia politica, non possono appartenere a questo governo.



Dalla prossima settimana, con l'approdo della manovra al Senato, sarà battaglia di emendamenti. A voler cambiare il provvedimento non ci sarà, però, solo l'opposizione. Italia Viva annuncia modifiche, tentando la battaglia per abolire quota 100 e per eliminare le «microtasse», dalla sugar alla plastic tax, una «mazzata» alla classe media, picchia Renzi. Distinguo e critiche che fanno infuriare gli alleati della maggioranza. «Tutte le scelte della legge di bilancio, comprese le più contestate, sono state condivise da tutta la maggioranza», è l'appello del viceministro dem all'Economia Antonio Misiani, che ricorda come in consiglio dei ministri c'era unanimità sulle scelte. Molto meno diplomatica la reazione degli ex renziani rimasti nel Pd: «Che senso ha lanciare petizioni contro misure decise a tavolo comune, invece di migliorarle insieme? Italia Viva partito di lotta e di governo, stile Turigliatto?», attacca Andrea Romano. E il vicesegretario dem Andrea Orlando vede nell'attacco alle misure green la difesa di «interessi consolidati» con «qualche esponente politico pronto a difenderli anche con l'uso di una propaganda distorta e fake news». Ma è il passaggio dell'intervista di Renzi sulla permanenza del premier Conte ad alimentare sospetti e altolà da parte di M5S e Pd mentre tace il presidente del consiglio. «Lo vogliamo dire chiaramente: non esiste futuro per questa legislatura se qualcuno prova a mettere in discussione Conte con giochini di palazzo» è la reazione di M5S, affidata al blog, ma che interpreta il pensiero di Luigi Di Maio. Stesso avvertimento anche dal capodelegazione Pd al governo Dario Franceschini. «Repetita iuvant: il Governo Conte è l'ultimo di questa legislatura.

Chi lo indebolisce con fibrillazioni, allusioni, retroscena di palazzo, fa il gioco della destra», sostiene il ministro della Cultura. Ed è l'accusa di favorire il centrodestra a scatenare la controreazione del leader Iv, senza però tornare sulla messa in dubbio di Conte. «Noi continueremo a batterci in Parlamento - sostiene Renzi, aggiungendo di avere coperture alternative - per migliorare ancora i provvedimenti che feriscono la competitività delle imprese. I populisti parlano con gli slogan, i politici fanno proposte concrete». Insomma, l'aria che tira in maggioranza è tutt'altro che buona ancor prima della battaglia parlamentare. A chiedere modifiche c'è anche chi sentirà le ripercussioni degli effetti della manovra sulla campagna elettorale. Il governatore emiliano Stefano Bonaccini non condivide la misura sulle auto aziendali e rende noto di aver interessato il governo anche sulla plastic tax «affinché le misure non danneggino un settore così importante in Emilia-Romagna». Ed è proprio con l'obiettivo di espugnare la regione rossa che Matteo Salvini mette all'indice le stesse misure. «L'ultimo zuccherificio italiano è a Bologna e questi cretini al governo cosa tassano? Le bevande zuccherate. Così chiude anche l'ultimo zuccherificio», attacca il leader leghista.


 

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA