«Fatti brutta o ti uccido», il meme della vergogna: nei social si scherza sui femminicidi

Sabato 19 Ottobre 2019 di Maria Lombardi
«Fatti brutta o ti uccido», il meme della vergogna: si scherza sui femminicidi

Non truccarti. Fatti brutta. Non aggiustarti i capelli. Non salutare nessun maschio...Mettiti una felpa felpa larga e un pantalone largo così non si vedranno le forme del tuo corpo. Fatti brutta o ti uccido.
Non erano parole di Roberto Lo Coco, il ventottenne che ha strangolato la moglie ad Adria, provincia di Rovigo, non era il delirio di un uomo geloso. Quel dialogo da brividi su whatsapp lui lo aveva condiviso sulla sua pagina Facebook il 29 luglio scorso. Sotto due faccine che ridono. Ben 480 suoi amici hanno riso con lui degli ordini minacciosi da impartire a una donna, e se lei non obbedisce rischia la vita, alcuni  lo avevano ricondiviso.
Lo scambio di battute era un meme, rimbalzava sui social dal 2016. Ma Roberto l'ha uccisa per davvero Giulia Lazzari, le ha stretto le mani al collo perché non accettava di averla persa. Lei voleva separarsi, lui no.

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Fatti brutta per me, sparisci.

Renditi invisibile. Annullati. Prima che sia io a farti sparire. Che non siano le parole di Roberto, la follia di uno solo, ma che si tratti un meme non fa paura. Fa orrore. C'è in giro tanta gente che ride di questo. Di un uomo che vuole annientare la sua donna. E le ordina di farsi brutta e parla di omicidio. Si scherza, in rete, di uomini che uccidono le donne. E si commenta con i sorrisi. «Molto grave che si tratti di un meme. Vuol dire che esiste un modello di relazione violenta tra maschio e femmina così radicato che girano meme in cui faccio un omicidio è un modo per dire ti amo tantissimo. Questa chat non è ritenuta unanimamente riprorevole, ed è pazzesco», commenta Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta e docente di psicologia della comunità. «Un meme normalizza la frase, sotto lo schermo del motto di spirito dà parole in cui riconoscesri anche a chi non l'aveva mai pensato». Fatti brutta per me o ti uccido. Invece di mettere faccine sorridenti e condividere, i 480 amici di Roberto e tutti gli altri farebbero bene a indignarsi e interrogarsi sul senso di quelle parole. Si parla di femmicididi. Chiaro, no? Poi c'è chi condivide, ride e uccide. 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA