Allarme malaria: in un mese diagnosticati sei casi in ospedale

Giovedì 17 Ottobre 2019 di Alberto Comisso
Sei casi di malaria in in mese
7
PORDENONE -  Malaria, sei casi in un mese, febbre dengue e West Nile: sono otto, nell’ultimo mese, le persone che, contagiate da zanzare infette, hanno dovuto rivolgersi all’ospedale di Pordenone. Tra queste anche due bambini. Un caso di malaria giudicato «complicato» da Massimo Crapis, responsabile dell’Unità malattie infettive dell’Azienda sanitaria 5, si è completamente risolto: un quarantenne, che si era recato in un paese dell’Africa subsahariana, era rientrato in città con sintomi (accentuati) della malattia. In un 30enne, che era invece andato nel Nicaragua, è stato diagnosticato un caso lieve di Febbre Dengue. Un solo episodio di West Nile virus. È quello che ha riguardato un cinquantacinquenne di Pasiano, Comune dove a fine agosto era stato isolato un ceppo di zanzare positivo alla Febbre del Nilo. L’uomo, inizialmente ricoverato nel reparto di Neurologia del Santa Maria degli Angeli, è stato dimesso.  Quando si tratta di malattie tropicali fa presto a diffondersi il panico. Le infezioni da malaria, Febbre dengue e West Nile sono causate dal contatto con zanzare infette. Per quanto riguarda le sei persone contagiate dalla malaria, è stato sufficiente che venissero in contatto con la zanzara anofele per contrarre le malattia. Hanno cominciato ad accusare febbre alta - sino a 40 gradi - con brividi a due o tre settimane dal ritorno dal viaggio e, una volta giunte al pronto soccorso, non è stato difficile capire che non si trattava di semplice influenza. Nessuno – è bene chiarirlo – è in pericolo di vita e tanto meno la malaria è contagiosa. «In due alcuni casi – sottolinea l’infettivologo Massimo Crapis – i soggetti infettati si erano sottoposti a profilassi. Ma evidentemente non è stato sufficiente a evitare che la puntura della zanzara portasse a sviluppare la malaria: se non si ricorre in tempi rapidi alla cure previste, può verificarsi una degenerazione che può anche portare alla morte. Sia chiaro: quelli che abbiamo gestito sono casi di importazione, ovvero abbiamo la sicurezza che tutti si sono ammalati in Africa. Nelle nostre zone è ancora difficile trovare la zanzara anofole (anche se la presenza è stata accertata in Trentino, ndr) a differenza dalla classica zanzara tigre che, se infetta, può dar corso per esempio ad altre due malattie: la Chikungunya e la Febbre dengue». Nel primo caso dà sintomi simili a quelli dell’influenza, che possono essere associati a forti dolori articolari e altre complicazioni. Nel secondo, invece, si può presentare con febbre alta, eruzioni cutanee e dolori diffusi, mentre quando viene contratta la forma emorragica il paziente presenza gravi sanguinamenti che possono essere causa di caduta di pressione arteriosa e conseguente shock.
LA PREVENZIONE
«Mentre per Febbre dengue e malaria siamo di fronte a casi di importazione - evidenzia Crapis -, il virus della Febbre del Nilo si è diffuso, complice la zanzara comune (Culex pipiens), anche nella Destra Tagliamento. Quest’anno è stato diagnosticato un solo caso di contagio umano ma questo non significa che il pericolo è scampato. L’attenzione resterà alta almeno sino a fine ottobre». «Abbiamo la conferma - sottolinea l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi - che la campagna di prevenzione, messa in atto dalla Regione in collaborazione con aziende sanitarie ed enti locali, ha dato importanti risultati».
Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci