Il taglio dei parlamentari dimostra che anche tra Pd e M5s c'è un contratto (e non un programma) di governo

Sabato 12 Ottobre 2019
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Caro direttore,
della riduzione di parlamentari-rappresentanza, non so cosa pensare. Però mi fanno sorridere i versi di Patrizia Valduga Di tutto quello che succede al mondo/ pare che a loro non importi un fico./ Capetti del PD, vi stramaledico!. Ecco, se la poesia si applica pasolinianamente alla politica, già con due righe di visibilità, sa produrre endorfine e attivare i circuiti della riconoscenza più dei cibi irresistibili iper-palatabili, piacevolmente ma insalubremente pieni di zuccheri, sali e grassi, non esattamente un determinante di salute come viceversa è l'attività culturale. Si perché il PD più che un partito è una salsa rosa, un mix di ketchup e maionese, un ossimoro sfizioso che però ha dimostrato di essere velenoso, un esperimento di crasi tra il bianco e il rosso, che ha prodotto il rosatellum, nipote del porcellum leghista, la madre di tutte le leggi elettorali in cui gli elettori si ritrovano al governo coi propri avversari.


Fabio Morandin 
Venezia


Caro lettore,
non si può non sorridere leggendo la poetica invettiva della veneta Patrizia Valduga (come molti sapranno è nata a Castelfranco Veneto). A me il giro di valzer del Pd sul taglio dei parlamentari (in precedenza per ben tre volte i democratici avevano votato contro) ha ricordato invece una celebre battuta di Groucho Marx: «Abbiamo i nostri principi, ma se volete, li cambiamo». In realtà questa vicenda politica dimostra che, aldilà delle dichiarazioni, anche questa ibrida alleanza di governo rosso-gialla non si fonda su un programma ma su un contratto. Diverso da quello precedente, forse anche meno strutturato, ma pur sempre un contratto. Nel senso che non è stato fatto un lavoro di sintesi delle posizioni dei partiti che compongono la maggioranza e non è stata neppure stilata una vera agenda delle priorità (il confuso dibattito sulla manovra lo dimostra). Nulla di tutto questo. Pd e M5S si sono reciprocamente accordati nell'accettare i punti fermi, le richieste non negoziabili dell'altro. Anche a costo di smentire battaglie e polemiche precedenti. Per questo, e non per altro, il Pd ha accettato di votare un taglio dei parlamentari che mai e poi mai, in altre condizioni e senza il supporto di una necessaria riforma elettorale, avrebbe accettato di approvare. E per la stessa ragione, ad esempio, i pentastellati dopo aver proclamato per anni il loro fermo no all'acquisto degli odiati F-35, alla fine accetteranno che l'Italia si doti di questi aerei militari. C'è un solo interrogativo: il contratto di governo precedente ha retto poco più di un anno. Questo quanto reggerà?
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