Manovra, dalle vincite alle bibite zuccherate: pioggia di micro tasse. Bloccato il balzello sulle ricariche del cellulare

Sabato 12 Ottobre 2019 di Andrea Bassi
Manovra, dalle vincite alle bibite zuccherate: pioggia di micro tasse. Bloccato il balzello sulle ricariche del cellulare
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Un lunghissimo vertice, durato quasi dieci ore, al ministero dell'Economia, non è bastato per trovare le coperture che mancano per completare la manovra. Il tempo ora stringe. Lunedì il consiglio dei ministri dovrà esaminare il disegno di legge di bilancio, il decreto fiscale e il documento programmatico che entro mezzanotte va inviato alla Commissione europea. Il governo deve ancora trovare 2,5 miliardi. La ricerca è complessa, complessissima. Nella bozza portata nel vertice tecnico di ieri al Tesoro è spuntata una tassa sulle ricariche dei telefoni cellulari. Prima estesa a tutti, poi limitata soltanto alle utenze business. La tensione si è subito alzata, con il vice ministro dell'Economia, Laura Castelli, che ha messo il veto a nome del Movimento Cinque Stelle sulla misura. Quasi certa invece, l'inasprimento delle «tasse sulla fortuna». Al tavolo sono arrivate sostanzialmente due proposte. La prima che prevedeva scaglioni dal 12% al 23% a seconda dell'importo della vincita, con una supertassa dei jackpot del Superenalotto. La seconda un innalzamento dal 12% al 15% dell'attuale prelievo sulle vincite, estendendolo anche a quelle da 250 a 500 euro (oggi c'è una esenzione fino a 500 euro). Ma il gettito è limitato, solo 150 milioni. Sul tavolo è ricomparso anche il progetto di una stretta sulle detrazioni fiscali, con il loro azzeramento per chi dichiara oltre 80 mila euro. Significa che chi è sopra quella cifra non potrebbe più scaricare spese sanitarie, asili, spese veterinarie. Non solo. Le detrazioni verrebbero riconosciute soltanto a chi paga con mezzi tracciabili e ci sarebbe l'obbligo di utilizzare per tutti i versamenti presso la pubblica amministrazione il circuito Pago Pa. Per ora, invece, non è previsto nessun meccanismo di cashback, di restituzione di spesa per chi paga utilizzando carte e bancomat. Il sistema, infatti, si regge solo se in contemporanea viene introdotta qualche rimodulazione dell'Iva in grado di finanziarlo.

Giochi, tassa sulle micro-vincite: stangata sul jackpot del Superenalotto

Anche sul cuneo fiscale non tutti i nodi sono stati sciolti. Ai sindacati è stato confermato che le risorse a disposizione per il prossimo anno sono 2,7 miliardi che diventeranno 5,4 miliardi nel 2021. È sulla platea dei beneficiari che la partita è ancora aperta. Le ipotesi sono due: distribuire i fondi agli incapienti, quelli che dichiarano meno di 8 mila euro l'anno e sono rimasti fuori dal bonus Renzi. In questo caso otterrebbero un beneficio di 60 euro a testa. Oppure distribuire le risorse alla stessa platea che già incassa gli 80 euro, ossia coloro che dichiarano fino a 26 mila euro. L'aumento in busta paga, in questo caso, sarebbe di 40 euro al mese. Per i sindacati è troppo poco.

LE INCERTEZZE
Ancora incertezza c'è anche su un altro capitolo, il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi. È quasi certa la rimodulazione su un arco temporale di tre anni, delle accise sul diesel.

Per le auto a gasolio, insomma, si prospetta un aumento dei prezzi alla pompa di benzina. Così come potrebbe entrare nel testo finale della manovra anche la cosiddetta «sugar tax», la tassa sulle bibite zuccherate. A spingere in questa direzione è il Movimento Cinque Stelle. Oggi e domani i vertici proseguiranno per provare a chiudere il cerchio entro lunedì. Anche se la manovra vera e propria sarà approvata dopo il 20 ottobre.

Ultimo aggiornamento: 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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