Una meta da 101 metri, 12 rugbisti toccano il pallone: l'impresa del FemiCz

Martedì 8 Ottobre 2019 di Ivan Malfatto
Davide Ruggeri
ROVIGO - E' difficile su un campo da rugby vedere una meta con un avanzamento del pallone portato avanti per 101 metri alla mano. Una lunghezza maggiore del terreno di gioco, perché l'azione parte da dentro la proprio area. Quando capita, anche se l'avversario non è di alto livello, merita sottolinearlo.
È capitato sabato nel 44-15 della FemiCz Rovigo sull'Hbs Colorno valso la qualificazione in semifinale di Coppa Italia. La meta al 55' di Davide Ruggeri, capitano dell'Italia under 20 al debutto in rossoblù, si è sviluppata in due fasi per la bellezza di 101 metri. Una meta manifesto del gioco predicato da Umberto Casellato, che l'ha commentata su WhatsUp con un inequivocabile: «Queste sono le cose che amo del mio lavoro!» accompagnato da emoji a forma di cuore. Una marcatura simile a quella di Cioffi l'anno scorso nella vittoria a Calvisano, ma allora la partenza era stata dall'area dei 22 metri, con il pallone toccato da 12 Bersaglieri, Ambrosini e Piva due volte.
BELLEZZA E CONCRETEZZA Non sono queste mete, purtroppo, a far vincere i campionati, ma la solidità difensiva, il dominio delle fonti, l'efficacia realizzativa. Perciò Rovigo non deve inebriarsi, «specchiarsi nel suo gioco» come dice lo stesso Casellato, illudersi che bastino magie così per raggiungere risultati importanti. Intanto però può godersela, legittimamente.
L'azione dura meno di un minuto. La premessa è una touche difensiva a sinistra vinta da Rovigo sulla linea dei 5 metri. Gianmarco Piva passa dentro l'area di meta, Angelini raccoglie e scatta, ma fa pochi passi. Appena fuori dall'area è placcato. Si crea una pericolosa ruck sulla linea dove, per fortuna, Colorno commette fallo. Qui dopo il grande rischio inizia la grande bellezza. Piva invece di rifugiarsi nella comoda penaltouche decide di giocare rapido alla mano partendo da dentro la sua area di meta.
«Per noi non esiste zona di campo da cui non si può attaccare - spiega Casellato - Se c'è uno squilibrio di gioca sempre. Piva lo sa dopo una stagione con noi, ha preso la decisione perché ha visto tutti i difensori di Colorno raggruppati a sinistra e spazio per avanzare a destra».
Il mediano di mischia dà palla ad Ambrosini che per accelerare l'azione fa il salto del centro (Moscardi) passando a Odiete. Avanzamento e incrocio con Lisciani fermato all'altezza dei 22 metri. Raggruppamento sul lato destro del campo e palla fuori veloce verso sinistra per la seconda fase.
PASSAGGIO PER PASSAGGIO Da Piva ad Antl, a Pavesi. Sul placcaggio riciclo a Liut, poi Ambrosini, Pomaro e Angelini che fa ilbreak. Palla all'esterno per Ferro, poi all'interno per Cadorini, poi ancora all'esterno per Ruggeri sull'out (le terze linee veloci sono sempre all'esterno nell'1-3-3-1 d'attacco adottato dal Rovigo). Qui si crea il soprannumero e il flanker può sprintare da metà campo fino a schiacciare. Ovazione dei 900 spettatori fortunati allo stadio (pochi purtroppo). Chi non c'era ha avuto due volte torto. Le mete da 101 metri sono merce più unica che rara da vedere.

 
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