Il senatore ieri anti-militarista, oggi favorevole agli F-35. Ma il rispetto per gli elettori non conta più nulla?

Martedì 8 Ottobre 2019
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Egregio direttore, 
sui giornali e in tv vengono proposti tanti sondaggi sulle scelte politiche degli italiani. Quasi ogni giorno ci informano se la Lega oM5s hanno perso consensi; se il Pd ne ha guadagnati; quanto vale il nuovo partito di Renzi o chi ha più voti tra Fi e Fd. Su questi numeri, benchè virtuali, esperti ed osservatori si cimentano in analisi e commenti. Ma noto che in pochi si soffermano sulla grande quota di indecisi o di potenziali astensionisti che emerge da questi sondaggi. Eppure mi sembrano dati interessanti e anche preoccupanti, da cui emerge uno grande scollamento tra classe politica ed elettori. 


Emilio Pillon
Padova


Caro lettore, 
è abbastanza normale che nei sondaggi, soprattutto se non si è alla vigilia di importanti consultazioni elettorali, la quota di indecisi sia elevata. Ma è certo che le recenti vicende politiche non hanno contribuito ad accrescere la credibilità della classe politica. La disinvoltura e la rapidità con cui si ripudiano idee e posizioni è davvero sconcertante. Proprio ieri mattina mi è capitato di leggere l'intervista a un esponente della maggioranza, tesoriere di uno dei partiti di governo. Costui, di cui per carità di patria non farò il nome, si dilungava nel spiegare perchè, dopo aver osteggiato da fiero anti-militarista per anni e in ogni modo, l'acquisto degli aerei militari F-35, ora è favorevole. Spiega l'esimio senatore che: «Quando stai al governo scopri come stanno davvero le cose: ci sono le penali da pagare, i contratti che non possono essere rescissi» (ma vah?!!). E comunque aggiunge: «Bisogna essere realisti: le spese militari hanno sempre guidato l'economia delle nazioni occidentali. Gli F-35 sono un sistema di difesa d'avanguardia. Chi dice stop alla produzioni di armi non ha ben chiaro di cosa stiamo parlando: qui si parla di altissima tecnologia, di elettronica, di posti di lavoro>. Parole meditate. Peccato che il senatore che oggi fa queste affermazioni e che difende l'acquisto degli F-35, decantandone addirittura il valore strategico, è la stessa persona che fino a non molto tempo fa promuoveva appelli a Mattarella perchè impedisse l'acquisto da parte dell'Italia proprio degli F-35. E' lo stesso che definì «un cesso volante» il rapporto, ovviamente favorevole, del Pentagono sugli F-35. E che postava con orgoglio su Facebook i suoi interventi contro la vendita di armi ripresi dagli organi di stampa. Cambiare idea è sempre legittimo e talvolta anche apprezzabile. Ma la questione è un'altra. Ciascuno può combattere le battaglie politiche che ritiene più opportune. Ma se una volta eletto, magari grazie proprie a queste battaglie, scopre che la realtà è diversa da quella che lui aveva immaginato e duramente contestato e si ritrova a sostenere posizioni del tutto diverse se non opposte, non dovrebbe avere qualche dovere di lealtà e di coerenza nei confronti dei suoi elettori?
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