Alberi avvelenati, esami in laboratorio. Caccia all'autore del gesto

Domenica 6 Ottobre 2019
Alberi avvelenati, esami in laboratorio. Caccia all'autore del gesto
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PORDENONE A dirlo saranno, nei prossimi giorni, gli esiti degli esami di laboratorio che il Comune ha predisposto. Intanto, però, il giallo del possibile avvelenamento dei nuovi alberi di via Cappuccini sta alimentando ulteriori polemiche. Che, neanche a cantiere finito con il verde e i fiori piantati di fresco, vanno in archivio. Dopo un anno in cui - tra interruzioni, stop e deroghe ai lavori e alla viabilità - oltre ai disagi per i residenti e per chi utilizza quella strada per arrivare da fuori in città c'è stata una bufera politica continua tra le opposizioni e la giunta guidata dal sindaco Alessandro Ciriani. Una bufera cominciata - oltre un anno fa - con l'abbattimento dei tigli e riattizzata in queste ultime ore proprio sul sospetto avvelenamento di alcuni dei nuovi peri piantati. Insomma, al centro del polverone sempre gli alberi. Se alcune delle nuove piante - sono state sistemate lo scorso 26 settembre, dunque solo pochissimi giorni fa - siano state effettivamente avvelenate lo si saprà nel giro di alcuni giorni. Alcuni campioni del terreno e delle piante (si tratta di peri) saranno spediti in un laboratorio di Padova che provvederà a compiere gli accertamenti scientifici del caso. L'ipotesi avanzata - dopo il sopralluogo sia di Monica Cairoli, tecnico forestale consulente per il verde del Comune e da un altro tecnico esterno - è quella che nei contenitore delle piante in cui le foglie si sono seccate (sarebbero tre, nella fila a ridosso del sottopasso lungo a nuova ciclabile) potrebbe essere stata versata qualche sostanza come glifosato (si trova con facilità nelle rivendite agrarie) e della semplice candeggina. Nel caso in cui fosse stato usato glifosato, spiegano i tecnici, sarebbe assai difficile rilevarne le tracce.
SUI SOCIALIl sospetto dell'avvelenamento nascerebbe anche dal fatto che le foglie degli alberi seccati sono rimaste su anziché cadere a terra. Come avverrebbe in caso di morte naturale della pianta. Inoltre se la causa fosse lo stress da trapianto (come lo chiamano i tecnici) dovrebbe riguardare più di tre alberi. Ma, ieri, sui social più di qualcuno faceva notare come l'edera piantata nello stesso contenitore non fosse secca. Da qui l'ipotesi che possa essere stata usata una sorta di siringa per arrivare solo alle radici dell'albero. Insomma, meglio lasciare la parola ai tecnici dei laboratori. Nel frattempo il sindaco Alessandro Ciriani continua a sperare che non sia così. Durante il brindisi nel quartiere di venerdì pomeriggio aveva detto: «Se così fosse significa che ormai c'è unclima di cattiveria e di odio». Del caso si sta occupando pure la Polizia di Stato. Verifiche sono svolte - la zona sembra però priva di telecamere, almeno in quel punto - anche dalla Polizia comunale. «Stiamo verificando - si limita a osservare l'assessore alla Sicurezza, Emanuele Loperfido - cosa possa essere accaduto. Ma se fosse confermato l'avvelenamento, bisognerebbe fare una riflessione anche sui metodi e sui linguaggi che anche la politica ha usato in questi mesi su quel cantiere».
D.L.

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