Pagare le tasse è giusto e doveroso: ma se crescono e i servizi non migliorano allora c'è qualcosa che non va

Domenica 6 Ottobre 2019
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Egregio direttore,
in questi ultimi tempi va molto di moda parlare di tasse, per chiederne la diminuzione, se non la soppressione. È uno slogan elettorale di molte forze politiche. Questo a mio parere è un approccio pericoloso e negativo, in termini nazionali, perché allontana il cittadino dallo Stato. Pagare le tasse è non solo un dovere, ma dovrebbe anche essere un titolo di merito, per ogni cittadino che vuole partecipare alla vita del paese, come era la regola nell'Atene di Paride quando è nata la democrazia. Gli Stati, per definizione, non guadagnano una lira o un euro, ma devono coprire le loro spese. Questi nostri politici, prima di parlare di riduzione delle tasse, dovrebbero indicarci quali servizi intendono o sopprimere o mettere in discussione. Per migliorare l'opinione del contribuente nei confronti dello stato questi potrebbe ogni anno decorare i migliori contribuenti, non in termini assoluti (non solo per i ricchi) ma con un rapporto tra livello di reddito e pagamento delle imposte, per ottenere un cambiamento di mentalità. Le tasse permettono la distribuzione della ricchezza del paese fra tutte le classi sociali. La serenissima repubblica di Venezia, era molto sensibile a quest'approccio e per più di quindici secoli ha funzionato (anche e soprattutto per merito della sua classe dirigente).


A. Seguso

Caro lettore,
le forze politiche parlano di riduzione delle tasse per raccogliere consensi, ma anche perché questa è una reale priorità per il nostro Paese. Lo è per le famiglie perché solo liberando risorse si potrà tornare a far crescere i consumi interni e lo è per le aziende perché la pressione fiscale troppo elevata è un forte freno alla competitività dell'Azienda Italia. Pagare le tasse è giusto e doveroso per ogni cittadino, ma se la pressione fiscale continua a crescere mentre non migliorano i servizi che lo Stato eroga, significa che c'è qualcosa che non va, vuol dire che siamo di fronte a un meccanismo perverso e ingiusto che consuma risorse in modo improduttivo impoverendo il Paese. Questo non può essere in alcun modo un alibi per evadere le tasse, ma è un segnale che non può essere ignorato da chi ha responsabilità politiche. Naturalmente ha ragione lei: per ridurre le tasse non bastano gli annunci. Bisogna indicare dove reperire le risorse per farlo. E quindi anche quali spese tagliare o dove risparmiare. Bisogna insomma scegliere. Che è una delle responsabilità principali della politica. La sua missione, diremmo. Purtroppo finora alle scelte sono state sempre preferite le promesse. Anche il nuovo governo si è presto allineato. Ma dobbiamo sapere che senza un intervento sulla pressione fiscale, a favore di imprese e famiglie, ben difficilmente il nostro Paese tornerà a crescere.
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