La vita della piccola Giorgia adesso è appesa a un filo

Mercoledì 2 Ottobre 2019 di Alberto Comisso
La piccola Giorgia è sempre più grave
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 PORDENONE  - «Aiutateci, la vita di Giorgia ora è appesa ad un filo». Ha la voce rotta dall’emozione la zia della bambina di quattro anni: la piccola, affetta da una malattia rara alla quale i medici non sono ancora riusciti ad attribuire con certezza un nome, dal 6 settembre, dopo essere stata inizialmente curata all’ospedale Burlo Garofalo di Trieste, si trova ricoverata nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale civile di Padova. Qui è arrivata dopo un rapido peggioramento delle sue condizioni di salute. Da 20 giorni la bimba di Pordenone si trova in uno stato di sedazione profonda e le sue condizioni sono in costante peggioramento.
 
«Quando una settimana fa le è stata tolta la ventilazione - spiega la zia - Giorgia era vigile, ha riconosciuto e chiamato la mamma. Da domenica, però, è sottoposta a ventilazione extracorporea: è come se fosse collegata ad un polmone artificiale che ha il compito di estrarre il sangue dalla giugulare, ossigenarlo e rimandarlo in circolo. Una condizione, questa, che non potrà però andare avanti a lungo. Dopo due settimane, qualora non venissero fatti dei passi avanti, dovrebbe passare nuovamente a ventilazione ad alta frequenza o comunque ad altri metodi di ossigenazione dei polmoni che i medici stanno valutando».
LA MALATTIA
I polmoni della bambina, a causa di un’infiammazione acuta, rischiano di seccarsi e, quindi, di collassare. E, come se non bastasse, la sua frequenza cardiaca è molto alta. «I medici che la stanno seguendo all’ospedale di Padova, centro specializzato in cardiologia – sottolinea la zia – sono straordinari. Purtroppo, però, ci hanno detto che, in questa fase, sono di fronte ad un vicolo cieco. Sono disposti ad accettare consigli o consulenze esterne di altri specialisti. Siamo in contatto con un medico del Massachusetts, che si è preso a cuore la storia di Giorgia, ma non sappiamo se, effettivamente, la piccola potrà essere curata. Nel frattempo preghiamo chiunque conosca uno pneumologo e un esperto in malattie rare di aiutarci a contattarlo. I medici di Padova, lo ripeto, sono disposti ad accogliere qualunque consulto esterno. Sono un’equipe straordinaria ma manca ancora un tassello, quello più importante, per completare il puzzle». Pare che quella della bambina di Pordenone sia una malattia rarissima. «Forse – allarga le braccia la zia – siamo di fronte ad un caso unico al mondo. A Padova, dove Giorgia era arrivata ad inizio settembre in seguito ad un aggravamento cardiaco e polmonare, i medici hanno provveduto a farle funzionare nuovamente il midollo osseo. C’è tuttavia un problema di infiammazione acuta ai polmoni che, inizialmente, poteva sembrare ad una polmonite ma che invece non è. In questa fase, essendo attaccata ad un macchinario, non può essere sottoposta né a tac né a risonanza magnetica. Le è stato somministrato un altro farmaco immunosoppressore, la ciclosporina, che dovrebbe bloccarle qualsiasi tipo di infiammazione, e, proprio per questo, siamo in attesa di un’evoluzione. Così come stiamo attendendo gli esiti degli esami (biopsia muscolare, esami genetici, metabolici, virali, batterici e epidermici) che le sono stati eseguiti in sequenza».
IL CALVARIO
La famiglia, in quella che è diventata una vera e propria corsa contro il tempo, spera che questo calvario possa terminare al più presto. Intanto su Facebook la ‘’Raccolta fondi di Valentina per aiutare Giorgia e la sua mamma’’ si sta avvicinando ai 12mila euro. La solidarietà è tanta: «Nel giro di qualche ora dalla la pubblicazione sui social - raccontano sempre la zia – c’era persino impossibile stare dietro a tutte le chiamate ed i messaggi che ci arrivavano, anche da persone sconosciute. È un bel segno, anche perché questo vuol dire che non siamo soli in questa battaglia».
Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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