Negozi via dal centro di Treviso: «Abbassare gli affitti, si arriva a 30mila euro al mese»

Martedì 1 Ottobre 2019 di Elena Filini
Negozi via dal centro di Treviso: «Abbassare gli affitti, si arriva a 30mila euro al mese»
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TREVISO - Un affitto da quasi 30mila euro. 28mila per l'esattezza. Certo, nella vetrina della città. Ma insostenibile anche per un franchising che fa numeri importanti.  Tezenis ha detto no e deciso di lasciare la piazza e trovare rifugio nello stabile che fu dello store Stefanel, già da Natale. Un caso eclatante ma che è solo l'emblema della difficoltà diffusa nel centro città a trovare un affitto calmierato. Piazza ricchissima e appetibile, Treviso oggi si sta svuotando: censiti oltre 100 negozi vuoti entro le Mura. Coin, pochi mesi fa, ha minacciato di cercare una nuova sede se i negoziati sull'affitto non fossero andati a buon fine. Poi la vertenza su Bata, che ha chiuso il negozio trevigiano per l'indisponibilità del proprietario a scendere sul canone. Anche Dani, franchising di abbigliamento ha dovuto spostare le vetrine da via XX Settembre (al suo posto ora c'è Pinalli profumeria) e traslocare di fronte alla Loggia. Poi ci sono veri buchi neri: il panificio storico della Pescheria ha lasciato i locali per traslocare in via San Francesco. E quell'angolo non si è mai riempito.
 
MARCIA INVERTITAOra però il Comune inverte la marcia: 100mila euro sono stati accantonati per incentivare la riapertura di nuove attività nei locali sfitti.
«Entro la prima decade di ottobre perfezioneremo il protocollo d'intesa con Ascom e le associazioni di categoria -conferma il vicesindaco Andrea De Checchi- a fine ottobre uscirà ufficialmente il bando: chi sia interessato ad aprire a Treviso può chiedere informazioni direttamente in Comune. E il messaggio ai proprietari è chiaro. Bisogna abbassare gli affitti». Cosa prevede nel concreto il bando? «Sceglieremo le attività che andranno sostenute- dettaglia Federico Capraro, presidente Ascom- il Comune interverrà con un sostegno concreto, noi ci occuperemo di garantire con le banche per le nuove attività e di dare un supporto per tutti gli obblighi burocratici».
Nel concreto se il Comune metterà 10mila euro per avviare un'attività, il 40 o 50% necessario da fido sarà garantito da Ascom, così come tutte le pratiche per aprire e assumere.
«Abbiamo partecipato ad un bando regionale - continua De Checchi- che dovrebbe mettere sul piatto oltre un milione di euro per il commercio. Ma a prescindere dall'esito, quei 100mila d'incentivo a chi riapre negozi sfitti sono garantite».
LE ASPETTATIVEBasterà? Ascom e il Comune ci credono. «Il cuore di tutte queste iniziative è il protocollo Urbecom, che se fatto decollare è un ottimo strumento» commenta De Checchi. Ascom spiega poi come il vero scoglio siano le proprietà.
«Treviso è una piazza di serie A -confermano dall'associazione- ha alcuni dei negozi più belli d'Italia, ad esempio Intimissimi che è il punto vendita più grande dello stivale, con giardino interno. Pur essendo provincia, abbiamo i canoni delle grandi città, da qui la difficoltà degli imprenditori».
Fanna, Bottegal, Giraldo, Garbellotto, Springolo, Ferrarese: ecco le grandi famiglie proprietarie degli stabili trevigiani. È con loro che oggi la politica deve dialogare. Quando fu aperto Urbecom l'allora city manager Aldo Pellegrino fece un planning delle proprietà e cercò di riunire le famiglie. «Noi stiamo ripartendo da lì» è il commento di Capraro.
IL PRIMO FINANZIAMENTODe Checchi confida che questo primo finanziamento possa sbloccare al situazione e riaccendere gli entusiasmi.
«È un primo incentivo, e non sarà l'unico. Non investiremo su nuovi locali, ma su categorie merceologiche necessarie». Quanto agli stabili sfitti, il nuovo corso vede anche la realizzazione di parcheggi.
In piazza Trentin all'angolo con via Cortese, ad esempio, dove sorgeva il Tutto Giochi, è stata inoltrata al Comune la richiesta di trasformare il piano terra in garage. È una tendenza, nonostante il Comune non abbia manifestato grandi entusiasmi, per ricavare nuovi posti auto per le residenze in città. Però l'assessorato all'urbanistica non si è ancora espresso chiaramente sul tema.
Elena Filini
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