Fine vita, i laici a Conte: «Hai sconfinato». Ma si parte dalla legge più soft

Domenica 29 Settembre 2019
Fine vita, i laici a Conte: «Hai sconfinato». Ma si parte dalla legge più soft

Vedere Giuseppe Conte vestire i panni del fervente cattolico, sentirlo dire che «non esiste un diritto alla morte» e tifare per l'obiezione di coscienza dei medici, ha fatto storcere il naso al presidente della Camera, Roberto Fico, ai laici del Pd e all'ala dei 5Stelle (maggioritaria) favorevole al suicidio assistito. E perfino all'eutanasia. Ma visto che la maggioranza è ancora in luna di miele (con sé stessa), contro palazzo Chigi non tuona nessuno. Ufficialmente.
Se si scava un po' e si va a parlare con chi, come Monica Cirinnà, si batte da una vita per i diritti civili, si scopre però che di malumore tra i giallorosé c'è.

Fine vita, Conte: giusta obiezione di coscienza per medici, ho dubbi su diritto alla morte

Eccome. «Sentire Conte dire certe cose è sorprendente», sostiene la senatrice del Pd, «l'obiezione di coscienza dei medici è già prevista per legge, dunque Conte scopre l'acqua calda. E poi non è il caso di banalizzare la morte parlando di diritto a morire: qui si tratta di malati terminali in stato irreversibile. E servirebbe una legge per garantire dignità ai moribondi risparmiandogli sofferenze e accanimenti terapeutici».
 



Quella proposta dalla Cirinnà e da esponenti laici di vari partiti che prevede l'iniezione con farmaco letale, se vengono soddisfatte le quattro condizioni dettate dalla Corte costituzionale per depenalizzare il suicidio assistito: patologia irreversibile, sofferenza intollerabile, sopravvivenza solo con sostegno vitale e capacità di intendere e volere del malato terminale.

Non sarà però questo l'epilogo. L'intervento di Conte rafforza il fronte moderato, incarnato da esponenti come Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio, Matteo Renzi. Tutti i leader, insomma, della maggioranza giallorosé. Che vanno a sommarsi, su questo tema, a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni. Siccome però dopo la sentenza della Consulta per i cattolici è più utile varare una legge per fissare dei paletti e fare chiarezza sull'obiezione di coscienza dei medici - come chiede anche la presidente 5stelle della commissione Giustizia della Camera, Francesca Businarolo - è probabile che alla fine passi il principio proposto dal capogruppo dem in Senato, Andrea Marcucci: nessuna iniezione con farmaco letale, ma stop all'alimentazione, idratazione e cure forzate se il paziente terminale lo richiede, per poi procedere alla sedazione profonda e continuativa fino alla morte.

LA FRENATA
Lo stesso Marcucci non apprezza però la sortita di Conte: «Il mio disegno di legge è di mediazione e soddisfa le indicazioni della Consulta. Ritengo che su un tema così delicato la competenza sia del Parlamento e non del governo».
Posizione, in linea di principio, condivisa dal premier. Anche Conte continua a ripetere che l'esecutivo «è neutrale» e che la legge sul fine vita debba essere decisa in Parlamento: «Il presidente non voleva fare invasioni di campo», dicono a palazzo Chigi, «si è limitato a esprimere a titolo personale la propria opinione».

Un'opinione ben accolta in Vaticano, dove Conte ha diversi estimatori, a cominciare da papa Francesco: «E' un uomo intelligente, sa di che cosa parla», disse il pontefice a giugno dopo un'udienza. E il 30 agosto - nelle ore drammatiche dei reincarico, con Di Maio che ondeggiava e Salvini che offriva al capo 5Stelle di fare il premier - Bergoglio volle manifestare apertamente il suo sostegno a Conte, salutandolo e facendosi fotografare assieme a margine dei funerali del cardinale Achille Silvestrini.

Un po' troppo per Renzi.
Il leader di Italia Viva ha individuato in Conte il suo competitor nella battaglia per conquistare il centro (cattolici compresi) ed essere l'anti-Salvini. Non a caso, proprio ieri, Renzi è stato l'unico della maggioranza (insieme alla sua Boschi) a dichiarare sul suicidio assistito. E l'ha fatto per chiedere che «il Parlamento metta dei paletti». Come la Curia chiede.

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