Vedere Giuseppe Conte vestire i panni del fervente cattolico, sentirlo dire che «non esiste un diritto alla morte» e tifare per l'obiezione di coscienza dei medici, ha fatto storcere il naso al presidente della Camera, Roberto Fico, ai laici del Pd e all'ala dei 5Stelle (maggioritaria) favorevole al suicidio assistito. E perfino all'eutanasia. Ma visto che la maggioranza è ancora in luna di miele (con sé stessa), contro palazzo Chigi non tuona nessuno. Ufficialmente.
Se si scava un po' e si va a parlare con chi, come Monica Cirinnà, si batte da una vita per i diritti civili, si scopre però che di malumore tra i giallorosé c'è.
Fine vita, Conte: giusta obiezione di coscienza per medici, ho dubbi su diritto alla morte
Eccome. «Sentire Conte dire certe cose è sorprendente», sostiene la senatrice del Pd, «l'obiezione di coscienza dei medici è già prevista per legge, dunque Conte scopre l'acqua calda. E poi non è il caso di banalizzare la morte parlando di diritto a morire: qui si tratta di malati terminali in stato irreversibile. E servirebbe una legge per garantire dignità ai moribondi risparmiandogli sofferenze e accanimenti terapeutici».
Quella proposta dalla Cirinnà e da esponenti laici di vari partiti che prevede l'iniezione con farmaco letale, se vengono soddisfatte le quattro condizioni dettate dalla Corte costituzionale per depenalizzare il suicidio assistito: patologia irreversibile, sofferenza intollerabile, sopravvivenza solo con sostegno vitale e capacità di intendere e volere del malato terminale.
Non sarà però questo l'epilogo. L'intervento di Conte rafforza il fronte moderato, incarnato da esponenti come Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio, Matteo Renzi. Tutti i leader, insomma, della maggioranza giallorosé. Che vanno a sommarsi, su questo tema, a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni. Siccome però dopo la sentenza della Consulta per i cattolici è più utile varare una legge per fissare dei paletti e fare chiarezza sull'obiezione di coscienza dei medici - come chiede anche la presidente 5stelle della commissione Giustizia della Camera, Francesca Businarolo - è probabile che alla fine passi il principio proposto dal capogruppo dem in Senato, Andrea Marcucci: nessuna iniezione con farmaco letale, ma stop all'alimentazione, idratazione e cure forzate se il paziente terminale lo richiede, per poi procedere alla sedazione profonda e continuativa fino alla morte.
LA FRENATA
Lo stesso Marcucci non apprezza però la sortita di Conte: «Il mio disegno di legge è di mediazione e soddisfa le indicazioni della Consulta. Ritengo che su un tema così delicato la competenza sia del Parlamento e non del governo».
Posizione, in linea di principio, condivisa dal premier. Anche Conte continua a ripetere che l'esecutivo «è neutrale» e che la legge sul fine vita debba essere decisa in Parlamento: «Il presidente non voleva fare invasioni di campo», dicono a palazzo Chigi, «si è limitato a esprimere a titolo personale la propria opinione».
Un'opinione ben accolta in Vaticano, dove Conte ha diversi estimatori, a cominciare da papa Francesco: «E' un uomo intelligente, sa di che cosa parla», disse il pontefice a giugno dopo un'udienza. E il 30 agosto - nelle ore drammatiche dei reincarico, con Di Maio che ondeggiava e Salvini che offriva al capo 5Stelle di fare il premier - Bergoglio volle manifestare apertamente il suo sostegno a Conte, salutandolo e facendosi fotografare assieme a margine dei funerali del cardinale Achille Silvestrini.
Un po' troppo per Renzi.